Esce oggi nelle librerie di tutta Italia W LA PAPPA!, un libro per un’alimentazione sana e naturale di tutta la famiglia. Help Consumatori ha intervistato l’autrice Paola Negri, vicepresidente di IBFAN Italia.
Educare i bambini a nutrirsi in modo sano con cibi naturali adatti a tutta la famiglia è possibile. E anche semplice, se lo si desidera. Almeno secondo il libro W LA PAPPA! da oggi nelle librerie di tutta Italia. Tra scandali alimentari, cibi sempre più inquinati e il dilagare dell’obesità infantile nutrire i nostri figli non è un’impresa da poco. Dal tema dello svezzamento a un ricettario adatto a grandi e
piccini, il testo affronta le problematiche più frequenti che determinano un rapporto sano ed equilibrato dei bimbi con il cibo.
L’autrice è Paola Negri: si occupa di allattamento da circa 10 anni e lavora attualmente come formatrice per l’allattamento presso il MIPA di Brescia. E’ vice-presidente di IBFAN Italia (International Baby Food Action Network – Italia per la protezione dell’Allattamento al Seno e dell Alimentazione Infantile), educatrice perinatale e tiene corsi di stretching in gravidanza. Ha già pubblicato articoli sui temi dell’alimentazione infantile e due libri: “Allattare un gesto d’amore” e “Tutte le mamme hanno il latte”. Help Consumatori l’ha incontrata per saperne di più su W LA PAPPA!
Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
E’ un progetto che avevo nel cassetto da qualche anno, che rimandavo perché non riuscivo a trovare il tempo. Mi interesso di alimentazione da tanti anni, ma è stato solo quando ho provato a mettere in pratica tutte le “teorie” che avevo letto sui libri sui miei figli che ho capito che i maggiori esperti sono proprio loro! La voglia di scrivere trova in particolare le radici nella gioia che per la nostra famiglia è scaturita (e scaturisce) ogni volta che condividiamo con famiglie di amici e parenti pranzi e cene, con scambio e condivisione di stili genitoriali, ricette, modalità ecc… spero così di allargare il cerchio (a questo proposito, chiunque volesse condividere esperienze, modalità, foto, ricette, menù o quant’altro può scrivermi sul mio sito www.paolanegri.it)
Sempre di più si parla dell’obesità infantile come di “un’epidemia”. Quanto è necessario per i genitori un libro come W LA PAPPA! per “educare i bambini a nutrirsi in modo sano”?
Io spero che leggendo W LA PAPPA i genitori comprendano che è inutile cercare di educare i bambini senza partire dal buon esempio. Mi auguro anche che la lettura di questo libro li aiuti a prendere decisioni informate e a comprendere che mangiare sano può essere economico e divertente e fa bene anche alle relazioni familiari. Un altro importante messaggio che vorrei passare è quello della capacità dei bambini di sapere quello di cui hanno bisogno, se solo non vengono sommersi di cibi e bevande industriali e soprattutto se si crea quel rapporto di fiducia reciproca, in quel periodo cruciale che inizia a partire dai primi assaggi. Infine spero che la lettura del mio libro aiuti i genitori ad avere più fiducia nelle loro intrinseche capacità di occuparsi dei figli, in generale e quindi anche in campo di alimentazione.
Un altro elemento portante del libro è l’importanza di nutrirsi in modo naturale. Spesso, però, la mancanza di tempo rende questo obiettivo difficile da realizzare. Cosa suggerisce W LA PAPPA ai genitori?
Il libro si basa sull’esperienza pratica della mia famiglia e su quella di molte altre famiglie. Il messaggio principale è quello che le alternative esistono e sono praticabili, perché tante famiglie l’hanno fatto e lo fanno (per lo più si tratta di famiglie normali). Un problema è che è facile adagiarsi nelle abitudini, anche se infondo si sa che si potrebbe fare di meglio: spesso la via più semplice è quella di acquistare tutto già pronto, mangiare davanti alla TV, delegare alle istituzioni l’educazione alimentare dei nostri figli… è anche quello che vogliono farci credere (lavarsi l’insalata sembra a volte essere considerato una perdita di tempo, ad esempio…)
Io vorrei dire a tutti che “cambiare si può”: si possono innanzi tutto ristabilire delle priorità e comprendere noi stessi COSA è veramente importante per noi e per i nostri figli, si può fare a meno di certe cose, si possono acquistarne delle altre…
E’ anche una questione di organizzazione. Nel libro ci sono capitoli dedicati a come fare la spesa e molte ricette veloci o che possono essere preparate in anticipo, il libro offre suggerimenti pratici su come organizzare il menù settimanale in modo da cuocere alcuni cibi per usarli più volte per ricette diverse…
Quanto l’informazione può aiutare i genitori nell’importante e arduo compito di nutrire i propri figli in modo sano e naturale? Un’eccessiva informazione potrebbe essere controproducente? L’informazione è essenziale: quella che riceviamo dai nostri genitori attraverso l’educazione e le abitudini familiari, quella che ci facciamo da noi attraverso letture, leggendo e parlando con i professionisti.
Oggi però purtroppo la maggior parte dell’informazione che arriva alle persone è influenzata da interessi di tipo commerciale: Più volte le associazioni dei consumatori hanno denunciato gli enormi investimenti delle industrie per convincere i genitori ad acquistare cibi e bevande di preparazione industriale (presentati addirittura come indispensabili per i bambini piccoli, quando sono del tutto inutili) e per convincere i bambini grandicelli a farsi comprare quello che vedono pubblicizzato in TV. Le industrie cercano autorevolezza mediante sponsorizzazioni, donazioni a enti come scuole o simili, legami con associazioni mediche. Molto si è detto sulla pervasività e nocività di questo marketing e ormai sono probanti le evidenze della sua influenza nell’incidere in modo negativo sulle abitudini alimentari di grandi e piccini – una prova per tutte il fatto che le ditte investono sempre maggiori capitali (e se lo fanno, evidentemente c’è un ritorno). Tuttavia a tutt’oggi non sembra che ai segnali di allarme lanciati dagli specialisti corrispondano provvedimenti politici capaci di frenare questa tendenza.
Per di più, sull’allattamento e sull’introduzione dei cibi complementari a mio avviso c’è ancora molta disinformazione anche fra gli operatori sanitari, come dimostra il fatto che ancora oggi molte mamme si vedono consegnare tabelle con ricette, date di inserimento di cibi vari, orari delle pappe ecc ecc… per non parlare delle intimidazioni di cui sono oggetto le madri i cui bambini di 8-9 mesi (o più) continuano a poppare molto e mangiare poco (uso il corsivo per sottolineare la relatività)
Lei è madre di 4 figli Quanto la sua esperienza quotidiana è presente nel libro?
La mia esperienza permea tutto il libro, sia come madre che come parte di una famiglia che frequenta spesso famiglie con figli, con conseguentemente un’alta frequenza di condivisione di pranzi, cene, feste di compleanno, pic-nic, merende…
Forse ancora prima come bambina, in quanto ricordo benissimo il supplizio di essere imboccata o costretta a mangiare più di quello che volevo (dalle suore alla scuola materna) e invece ricordo la cura che mia mamma, anche se non amava cucinare, metteva nel prepararci la cena, la merenda…e l’importanza che davano i miei genitori al momento della cena, in cui ci ritrovavamo tutti insieme.
Inoltre la mia esperienza come consulente in allattamento mi ha fatto toccare con mano quanto spesso le madri sono confuse quando il pediatra dice loro che il loro bambino deve mangiare mentre il bambino segnala loro che ancora non è pronto, o che bastano solo pochi bocconi… spesso le madri sono disorientate e bloccate dalla paura di sbagliare, si sentono incompetenti e si affidano alle rassicuranti voci delle ditte del baby-food, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti, e cioè che sembra che i bambini non possano più fare a meno dei cibi e bevande confezionati.
Si è come creata una frattura culturale fra madri e bambini piccoli in cui l’alimentazione, a partire dall’allattamento, spesso è vissuta come un problema e il passaggio ai cibi solidi una tappa difficile e necessariamente costellata di conflitti. In realtà per fortuna può essere tutto molto divertente e anche facile, e vorrei condividere questo aspetto gioioso e “normale” come lo abbiamo vissuto noi e moltissime altre famiglie.
Quanto lo stile di vita alimentare incide nel nostro essere sociale? Nei nostri rapporti con gli altri e con l’ambiente?
Si fa un gran parlare di giustizia sociale, sostenibilità, emissioni di CO2, rifiuti… credo che lo stile di vita alimentare offra a tutti l’occasione per agire anziché parlare. Anzi, la verità è che cosa e come mangiamo è, che ci piaccia o meno, il più importante gesto politico e sociale che compiamo 4 volte ogni giorno. Mi rendo conto che è facile adagiarsi e continuare come abbiamo fatto fino ad oggi, ma in realtà siamo giunti ad un punto in cui credo che dal punto di vista etico, se siamo adulti responsabili, non possiamo non porci delle domande, tipo: come si può mangiare carne tutti i giorni quando sappiamo che è insostenibile, come si fa a fare la spesa sapendo che metà la buttiamo direttamente (perché sono confezioni) senza pensare che questi rifiuti li lasciamo ai nostri figli, come si fa a bere a Napoli acqua imbottigliata a Bolzano, che senso ha tutto questo?
Certo, il problema oggi è quello della pubblicità e della disponibilità, cioè di quello che troviamo nei negozi e del prezzo – spesso, specialmente nelle città, è molto più facile ed economico acquistare (e mangiare) cibi-spazzatura che cibi sani. Per fortuna si stanno diffondendo sempre di più esperienze come i GAS … queste esperienze virtuose si collocano ancora oggi nel mondo cosiddetto “alternativo”, ma basta guardarsi in giro e ci si accorge che sono molte le persone e le famiglie che si sono svegliate e agiscono di conseguenza. Io credo che non si possano ignorare e che prima o poi i nostri politici dovranno tenere conto anche della volontà e degli interessi della gente, oltre che di quelli delle multinazionali.
fonte: www.helpconsumatori.it, a cura di Silvia Biasotto
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