Non è stata dimostrata nessuna relazione fra la silimarina e l’aumento di produzione di latte materno. La pronuncia, dopo quattro anni dalla sollevazione del caso, viene direttamente dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che in questo modo boccia di fatto le proprietà dell’integratore “PiùLatte”.
Il caso è sollevato da IBFAN Italia, associazione che intende migliorare le pratiche alimentari di neonati e bambini favorendo l’eliminazione delle pratiche scorrette di commercializzazione di tutti gli alimenti sostitutivi del latte materno e promuovere le condizioni che possano favorire la corretta alimentazione di neonati e bambini, a partire dalla promozione dell’allattamento al seno. Il caso riguarda l’azienda Milte, produttrice di alimenti per l’età pediatrica, che ha commercializzato l’integratore “PiùLatte” con la promessa di aumentare la produzione del latte materno. Afferma IBFAN: “Dopo due sentenze dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, ora anche l’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ha stabilito che gli studi scientifici presentati dalla Milte non sono in grado di dimostrare gli effetti promessi dal PiùLatte, così come sostenuto da anni da IBFAN Italia”.
La vicenda, ricorda l’associazione, risale già al 2006 quando il Garante per la concorrenza e il mercato multò l’azienda, che pubblicizzava il prodotto affermando che la silimarina, contenuta nell’integratore, poteva far aumentare la produzione di latte materno fino all’85%. La pubblicità, afferma IBFAN, venne solo parzialmente modificata, l’Antitrust decise una seconda multa, l’azienda continuò comunque a pubblicizzare il prodotto. Sempre nel 2006, la Milte sottopose all’EFSA la richiesta di autorizzazione a usare le asserzioni sui benefici della silimarina sulla produzione di latte materno.
Solo di recente è arrivata la risposta dell’EFSA. Come sintetizza IBFAN: “In particolare, dopo aver analizzato l’unico presunto articolo scientifico addotto da Milte Italia a prova delle sue asserzioni, l’EFSA conclude che “questo studio è affetto da molti difetti sostanziali nel modo in cui è disegnato e riportato, dato che non vi è informazione sul metodo di randomizzazione, di occultamento dell’intervento, di stima del campione e di calcolo della potenza. La media avanzata di età post-natale dei bambini all’inizio, giorno 0, dello studio, l’assenza di informazioni sul peso degli stessi e la diagnosi di inadeguata produzione di latte sono state identificate come ulteriori debolezze dello studio. L’EFSA considera che non si possano trarre conclusioni da questo studio sul presunto supporto scientifico alle asserzioni sull’effetto della silimarina.
fonte: HelpConsumatori.it
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