Insalata, cicoria, rucola, ravanelli e pomodori. E poi fagioli, fagiolini, zucchini e zucche rigorosamente bio. Ce n’è per tutti i gusti sul tetto di via Goito 14a Torino. Un orto nel quartiere San Salvario che ha fatto parlare di sé. A partire da questa esperienza e dal grande interesse suscitato, Studio999 con ‘Oursecretgarden’ apre nei suoi spazi, al piano terra di via Goito 14, un laboratorio per accompagnare gli abitanti del quartiere nella realizzazione di orti sui tetti, dalla fase ideativa, alla realizzazione, fino alla piantumazione. Gli abitanti di San Salvario, ma non solo, avranno la possibilità di conoscere i benefici ambientali e sociali che questo tipo di esperienza innesca e potranno richiedere la consulenza tecnica e botanica necessaria per mettere in pratica il loro progetto. “Bisogna capire se il tipo di tetto di cui disponiamo – spiega uno dei tre soci di Studio 999,
l’architetto Elena Carmagnani – può essere adatto, se regge, quali verdure piantare in quale periodo. Prima di iniziare, certo, bisogna ottenere l’autorizzazione nell’assemblea condominiale”. In occasione di Paratissima 2010, l’orto e gli spazi dello studio sono aperti al pubblico.
Sarà in distribuzione il primo manuale per la realizzazione di orti sui tetti, realizzato da Studio999. “Abbiamo deciso di creare un orto sul tetto – spiega Elena Carmagnani – insieme a una decina di famiglie, più che altro giovani coppie sui trentacinque anni. La coltivazione occupa una porzione perimetrale del tetto piano dello studio per un totale di 40 mq di superficie. A fine giugno inizi di luglio la prima raccolta. Nel mese di settembre si è proceduto alla piantumazione delle specie autunnali e invernali”. In occasione della fiera Paratissima 2010, l’orto e gli spazi dello studio saranno aperti al pubblico e sarà in distribuzione il primo manuale per la realizzazione di orti sui tetti, realizzato da Studio999.
L’orto è coltivato in modo biologico, senza l’utilizzo di fertilizzanti o pesticidi e lavorando lo strato più superficiale della terra. Questo uso collettivo di uno spazio in condivisione costituisce un’importante innovazione nel modo di abitare, che crea occasioni di socialità in un contesto urbano particolarmente critico. “E’ un’isola di benessere – spiega l’architetto Carmagnani – capace di irradiarsi nel quartiere e di rappresentare un modello di abitare alternativo”.
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