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Le uova sembrano tutte uguali, da fuori! Sono belle, lisce e sono un simbolo di vita e prosperità. Ma bisogna conoscerle un po’ meglio per scoprire che ognuna ha una storia personale.
Grazie alla tracciatura obbligatoria, infatti, dal 2004 su ogni guscio è riportato un codice alfanumerico di 11 cifre che è la sua carta d’identità e ci orienta tra i moltissimi marchi presenti sul mercato.
TIPO DI ALLEVAMENTO:
- Allevamento biologico “0”: le galline, allevate secondo disposizioni dell’agricoltura biologica, razzolano all’aperto per alcune ore al giorno e depongono le uova in nidi o a terra. 1 gallina per 10 metri quadrati di terreno all’aperto con vegetazione.
- Allevamento all’aperto “1”: le galline per alcune ore del giorno possono razzolare in un ambiente esterno: le loro uova sono deposte nei nidi oppure deposte sul terreno e raccolte successivamente dall’allevatore. 1 gallina per 2,5 metri quadrati di terreno all’aperto con vegetazione.
- Allevamento a terra “2”: le galline ovaiole si muovono liberamente ma in un ambiente chiuso, solitamente un capannone. Anche in questo caso le uova sono deposte nei nidi oppure vengono raccolte dagli allevatori sulla lettiera, dove sono state deposte. 7 galline per 1 metro quadrato con terreno coperto di paglia o sabbia, ecc.
- Allevamento in gabbia (o batteria) “3”: le galline si trovano in gabbia, dove depositano le uova su un nastro trasportatore che le porta direttamente al confezionamento, evitando così il contatto con la lettiera. 25 galline per 1 metro quadrato con posatoi che offrono almeno 15 cm per gallina.
ALTRE INFORMAZIONI:
- La sigla del paese di allevamento: It, Fr ecc.; il codice attribuito all’allevamento (8 caratteri) che individuano il codice Istat del comune sede dell’allevamento (3 cifre), la sigla della provincia (due lettere) e il numero che l’Asl attribuisce all’azienda agricola (3 cifre). Queste ultime tre cifre sono molto importanti perché indicano che l’allevamento è sottoposto al controllo ASL e in caso di problemi si riesce a risalire immediatamente al luogo d’origine.
- Oltre alle indicazioni sul codice, i consumatori trovano molte altre informazioni sulla confezione.
Per legge devono obbligatoriamente apparire la data di consumo, la categoria di qualità e di peso, il numero di uova confezionate, il nome e la ragione sociale o il marchio commerciale del centro di imballaggio e le modalità di conservazione.
Per quanto riguarda la categoria di qualità, le uova sono classificate nelle seguenti categorie: “A” e “B”.
- Quelle di categoria “A”, o uova fresche, non debbono subire nessun trattamento e non debbono essere lavate. Se vengono lavate devono essere marchiate come “uova lavate”. La loro classificazione è la seguente:
- XL – grandissime, minimo 73 grammi;
- L – grandi, minimo 63 grammi;
- M – medie, minimo 53 grammi;
- S – piccole, meno di 53 grammi.
- Nella categoria “B”, invece, rientrano le uova che non rispondono ai requisiti previsti per la categoria “A”. Possono essere cedute soltanto ad imprese industriali del settore alimentare oppure all’industria non alimentare. Inoltre le aziende possono inserire, sempre sulle confezioni, anche alcune informazioni facoltative come la data di deposizione, quella di imballaggio e l’alimentazione fornita alle galline.
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