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I semi dell’ortaggio usati negli infusi contengono estragolo, una sostanza potenzialmente cancerogena e genotossica. Uno studio dell’Inran conferma le indicazioni dell’Unione europea, che ne sconsiglia l’uso anche per le donne incinta e durante l’allattamento.
Meglio evitare le tisane al finocchio, specie per i bambini fino a 4 anni, ma anche per le donne in gravidanza e allattamento. Il rimedio naturale dalle proprietà digestive, molto usato per combattere le coliche dei neonati, contiene infatti estragolo, una sostanza ritenuta cancerogena e genotossica (in grado di alterare il dna). A rivelarlo è uno studio, condotto dall’Inran, l’ente pubblico italiano per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione, che ha confermato le indicazioni emanate nel 2011 dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e dall’Emea, l’Agenzia europea per la valutazione scientifica dei farmaci.
Farne un uso moderato. L’estragolo è una sostanza presente in grande quantità nei semi di finocchio, e in misura minore in una serie di altre erbe e spezie, come l’anice e il basilico. La sua tossicità, fu già dimostrata all’inizio del decennio scorso: le analisi rivelarono l’insorgenza di tumore al fegato negli animali di laboratorio, e i semi di finocchio furono banditi a livello europeo come aromatizzante negli alimenti. La ricerca dell’Inran si è focalizzata invece sui prodotti attualmente in commercio per la preparazione di tisane al finocchio: bustine, tisane solubili istantanee e semi sfusi che si acquistano in erboristeria. Obiettivo: accertare eventuali rischi per chi le utilizza, in relazione al peso corporeo di ciascuno. «I livelli di estragolo rilevati confermano che il consumo di tisane non può mai essere considerato del tutto sicuro, per lo meno nel caso dei neonati – spiega Antonio Raffo, ricercatore dell’Inran -. Il pericolo è minimo solo se l’esposizione alla sostanza è 10mila volte inferiore alla soglia di cancerogenicità misurata negli animali. Al contrario, nel caso di un neonato che consumi 100 ml (un piccolo biberon) di tisana di finocchio al giorno, abbiamo riscontrato un margine più basso solo di alcune centinaia di volte. Dunque non si può stabilire un livello al di sotto del quale non ci sono effetti tossici, si rischia sempre. Ecco perché è opportuno usare delle cautele nei confronti delle categorie più vulnerabili, come i bambini il cui l’organismo è più esposto perché meno evoluto e di peso più ridotto, ed evitare i consumi elevati anche negli adulti».
Al bando le false credenze. «Alcune mamme possono ritenere che essendo i semi di finocchio un prodotto della natura, assumerne in grandi quantità non possa che far bene, sia per ridurre le coliche dei bebé che per aumentare la produzione di latte materno, e invece non è così» prosegue l’autore della ricerca. «Bisogna informarsi e diffidare delle dicerie – ribadisce Marcello Giovannini, presidente del Sinupe, la Società italiana di nutrizione pediatrica -. I semi di finocchio non sono un alimento indispensabile nell’alimentazione di un bambino, dunque si possono evitare. Sono d’accordo con l’indicazione dell’Enea che li sconsiglia fino a 4 anni, quando l’organismo è ancora in crescita. Nei primi sei mesi di vita il neonato va allattato al seno, senza somministrare acqua né alcun tipo di tisane. Meglio ancora per un anno intero, come suggerisce anche l’Organizzazione mondiale della sanità. É una regola fondamentale da seguire, per aiutare il piccolo nello sviluppo cerebrale e delle difese immunitarie: niente latte artificiale, che può sensibilizzare l’intestino. Il latte materno, invece, contiene una piccola quantità di lattosio che agisce sul colon dando luogo a piccole coliche, utili al bambino per crescere. Se proprio non è possibile allattare il bebé al seno – conclude il pediatra – allora eventualmente si può integrare l’alimentazione con acqua, un’acqua minima mineralizzata, o una mineralizzata bicarbonato-calcica, in base al tipo di latte artificiale che si impiega. Dai 6 mesi in poi, invece, va bene l’acqua filtrata».
fonte: http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi
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mammasuperabile
ricordo di aver letto anch'io questo studio dell'INRAN
e si che il vecchio dogma era tisana di finocchio a tutto spiano!
evviva la medicina basata sull'evidenza