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È da molto tempo che mi ripropongo di parlare con voi della scelta vegetariana. Quindi sono stata felicissima quando Michela (di A Casa con la mamma) mi ha raccontato la sua vita di mamma vegetariana che cerca di trasmettere, con coerenza ma senza integralismi, i propri valori ai suoi figli.
Michela ci racconta con sincerità la sua esperienza, senza trascurare, come mi ha scritto lei, “i risvolti più in ombra di una scelta socialmente ancora difficile da gestire”.
Ringrazio molto Michela per la sua preziosa testimonianza e vi invito a leggere fino in fondo le sue frasi, così autentiche e colme di spunti di riflessione.
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Sono vegetariana da anni, profondamente convinta della mia scelta e della sua bontà, sotto molteplici punti di vista. E’ stato spontaneo per me estendere questa mia convinzione, come tutti i genitori fanno per i valori in cui credono, ai miei figli. Nulla di più naturale, e, nonostante mio marito non sia vegetariano (lo è a casa, ma fuori mangia anche la carne) le cose sono filate abbastanza lisce finora.
Ho cresciuto dei bambini vegetariani sani e forti, i miei figli a dispetto della corporatura esile e longilinea, che è comunque retaggio di entrambi i genitori, sono in salute, e molto raramente si ammalano.
Sarebbe mia aspirazione, abbracciare uno stile di vita ancora più sano e sostenibile, eliminando ogni alimento di origine animale, quindi uova e derivati del latte innanzitutto, ma non me la sono sentita di percorrere questa strada per quanto riguarda i miei figli, per più ragioni.
Consumando la gran parte dei pasti a casa, e preparando io stessa i pasti, spesso con l’aiuto dei miei piccoli collaboratori, riesco ad essere fedele al mio proposito, concedendo con moderazione ai bambini, uova di casa e latticini freschi biologici.
Fuori casa la questione si complica, non tanto al ristorante od in pizzeria, quanto piuttosto a casa di parenti ed amici, che difficilmente riescono a mettere insieme un pasto totalmente vegano, non per mancanza di considerazione, ma per la mancata conoscenza di possibili alternative. Tengo molto alla convivialità, mi spiace mettere in imbarazzo le persone che mi ospitano, o fare la parte dell’ospite difficile, perciò, quando usciamo di casa, tendo a chiudere un occhio, a volte anche due. Anche con le famiglie di provenienza, ho preferito evitare tensioni e malumori, a vantaggio di una maggiore serenità
Alla scuola materna ho chiesto ed ottenuto un menù vegetariano, incontrando se non comprensione, almeno rispetto e disponibilità, nessun problema neppure con i compagni se non tanta curiosità
Per quanto riguarda la socializzazione ed i rapporti con i coetanei, non ho avuto alcun tipo di problema fino all’ingresso del mio bambino più grande nella scuola primaria. Con l’intensificarsi delle occasioni di svago e socializzazione dei bambini, feste di compleanno, merende con gli amichetti, sono scaturiti gli inevitabili confronti.
Oltre al fatto, che presto o tardi. i bambini decidono che la carne la vogliono proprio assaggiare, se non altro perché vedono il padre farlo, e giustamente non si spiegano la disparità di trattamento tra lui e loro.
All’inizio ero un po’ disorientata, non volevo passare per una fissata, né mettere a disagio i miei bambini, soprattutto il maggiore che è particolarmente sensibile, o le mamme dei loro amici. Ma al tempo stesso non volevo lanciare messaggi contradditori ai miei figli, e volevo mantenere un minimo di coerenza.
Fortunatamente, le persone con cui abbiamo legato sono particolarmente comprensive e premurose, perciò, quando i miei bambini si recano in casa loro per pranzo o a merenda, cercano di offrire loro alternative rispettose della nostra scelta, mentre, quando sono loro a venir da noi, ho scoperto col tempo essere particolarmente curiose, chiedendomi in anticipo di preparare qualcosa di vegetariano per fornir loro qualche spunto culinario in più.
In realtà, ho constatato che c’è molta voglia d’imparare, sono sempre più le persone che desiderano ridurre per i più disparati motivi la quantità di alimenti animali consumata, ma molte confessano di non saper come fare, e per me, vedere che gli ospiti vengono volentieri a cena, e se ne vanno soddisfatti, telefonandomi qualche giorno dopo chiedendomi di dar loro la ricetta, è una gioia.
Ho scoperto, che è davvero una gran fatica essere coerenti fino in fondo, e che, se ci si riesce, alle volte si paga la coerenza conseguita a caro prezzo, con l’allontanamento degli amici, la difficoltà di socializzare, e, soprattutto, con il senso di disorientamento dei bambini. Abbiamo perciò deciso io e mio marito, non senza fatica, che questo prezzo non siamo disposti a pagarlo, e di mantenere con i bambini una linea di condotta che consiste nel trasmettere loro le convinzioni etiche ed ambientalistiche che stanno alla base della mia scelta (che fortunatamente mio marito in gran parte comprende) ma di lasciar loro spazio per muoversi in autonomia, e di accettare se lo ritengono opportuno, assumendosene la responsabilità, di assaggiare carne o pesce.
Credo che così i bambini abbiano l’opportunità di apprendere la difficile arte del compromesso e della diplomazia, la capacità di adattarsi alle circostanze, e di mediare a volte tra le proprie necessità e quelle sociali, allontanandoli da qualsiasi forma d’integralismo o intolleranza.
Dopo aver preso questa decisione, nonostante non sia esattamente felice di vedere i miei bambini infilzare, di tanto in tanto, un pezzo di cotoletta, mi sono sentita più leggera e meno in colpa, anche nei confronti dei miei figli, cui ho lasciato la libertà di accogliere o meno i miei insegnamenti ed i valori in cui credo.
Può essere difficile per un genitore accettare che un figlio possa essere altro rispetto a quello che per lui si è immaginato, e che si reputa il meglio, di qualsiasi scelta si tratti, ma credo che la libertà sia il più grande valore, insieme al rispetto, e mi auguro che i miei figli seguano la loro strada, facendo il tifo perché continui ad essere quella vegetariana.
Michela – A casa con la mamma
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Michela
Grazie Raffaella, è stato un piacere avere a disposizione il tuo spazio per scrivere qualcosa su di un tema che a me sta particolarmente a cuore.
E' stata una bella occasione.
A presto,
Michela
jessica
Ciao Michela, grazie per questo contributo! sono molto curiosa di questa scelta e sepro che ci darai altre indicazioni. Colgo l'occasione epr ringraziare anche Raffaella per il suo sito sempre fonte di ottimi insegnamenti!
monia
Bellissima testimonianza. A casa siamo vegani quasi al 100% (ogni tanto capita qualche uovo o del miele…), anche la mia bimba che oggi compie 16 mesi mangia quello che mangiamo noi e ama i legumi e tutte le verdure, compresa la cicoria!
All'asilo però non ce la siamo sentiti di farle fare un menù diverso… Il primo anno all'asilo, a soli 12 mesi… abbiamo pensato che sarebbe stata un'esperienza già abbastanza dura e non volevamo che si sentisse "diversa" dagli altri bimbi. Sono ancora qui che penso se ho fatto bene o male, ogni giorno guardo il menù e ci trovo della carne, o nel primo o nel secondo e rabbrividisco all'idea, anche sotto il profilo della salute…ma qui si aprirebbe un altro tipo di discorso. Chissà, forse l'anno prossimo faremo il tentativo del menù quantomeno vegetariano… Comunque è sempre molto difficile far comprendere le profonde motivazione che spingono a certe scelte. Ed è vero che è la maternità il punto di svolta. Io la grande spinta verso il cambiamento ecologico, etico e salutista l'ho avuta proprio grazie alla mia bimba. Dovrò ricordarmi di ringraziarla molto quando sarà abbastanza grande da capirne tutte le ragioni!!
Michela
Grazie a tutte. Mi fa piacere leggere qualche altra testimonianza, purtroppo nella nostra cerchia di amici e conoscenti siamo i soli vegetariani, e mi manca la possibilità di confrontarmi con altri genitori sulla gestione quotidiana di questa scelta. La parte più complicata si gioca infatti proprio su quest'aspetto.
A presto,
Michela
Raffaella - mamma (quasi) green
@jessica: grazie a te!
@monia: il tuo approccio moderato mi pare lo stesso di Michela, a mio avviso sensatissimo. Grazie per il tuo commento!
elisir73
io appartengo alla categoria di persona che sono molto affscinate dalla possibilità di una scelta vegetariana o addirittura vegan ma che non sa da dove cominciare…mi da l'idea che sia difficile, complicato per una non cuoca. applicarlo alla mia bambina che appena vede il verde storce il naso mi sembra impossibile!
nicoletta S
Raffaella - mamma (quasi) green
@elisir73: la testimonianza di Michela è molto incoraggiante secondo me, e fa capire che se si vive questa scelta con serenità, tutto è più gestibile. Non serve essere cuochi per essere vegetariani, magari serve solo un po' di fantasia!
Robin :D
Ho apprezzato molto, davvero tanto, la riflessione sulla coerenza. Grazie per averla condivisa!
Raffaella - mamma (quasi) green
@Robin: sono d'accordo con te, questo post di Michela è così vero e sincero!
Michela
Ciao Elisir 73, si può anche semplicemente aumentare la quota di cibi vegetali senza per questo diventare vegetariani, è già molto. Perchè anzichè il verde non provi a proporre alla tua cucciola qualche altro colore? Il rosso dei pomodori od il giallo dei peperoni quando è stagione, l'arancio della zucca e della carota, il viola della rapa, queste ultime di solito apprezzate per il loro sapore dolce. Potresti ad esempio coinvolgerla nella preparazione dei pasti, di solito i bambini sono più disponibili ad assaggiare ciò che loro stessi hanno contribuito a creare! Lo dico per esperienza personale 😉 Ciao
Anonymous
Ma imporre al bambino un menù vegetariano…non è come levargli la possibilità di scegliere? Sareste felici se vi levassero la possibilità di scegliere? Io penso che lo stile di vita vegano sia una cosa giusta ma i figli…non sono delle nostre proprietà e non sono dei nostri cloni, imporre loro le nostre scelte e cercare di renderli simili alle nostre idealizzazioni è profondamente sbagliato.
stella
tutti i genitori impongono le loro scelte ai figli che siano alimentari o religiose e così via… anche tu “imponi” loro di mangiare carne… guardiamo le cose da un altro punto di vista… 😉
Lucia
Cara Stella, non sono d’accordo con te! Non è vero che tutti i genitori impongono le loro scelte ai figli. Ci sono molti genitori che vanno alla messa senza figli al seguito, senza patemi se li lasciano a casa con i nonni o la babysitter e non sono come la signora dell’articolo che non è felice se vede il figlio mangiare una cotoletta!!! A me questo articolo mi nausea, perché sembra che la persona che lo ha scritto si crede nel giusto e tutti gli altri per lei sono sbagliati!!
I figli devono essere liberi di mangiare di tutto, se lei e’ vegetariana non deve esserlo tutta la famiglia. È non mi deve dire ai figli “lasciar loro spazio per muoversi in autonomia, e di accettare se lo ritengono opportuno, assumendosene la responsabilità, di assaggiare carne o pesce” cosa significa “assumendosene la responsabilità” ??? I figli devono essere autonomi e liberi, non sentirsi in colpa se mangiano carne perché la loro mamma la pensa diversamente!!!
Raffaella-mamma (quasi) green
Ciao Lucia, grazie per il tuo commento. L’intento di questa testimonianza era raccontare l’esperienza di una mamma vegetariana, nel suo approccio alimentare con i figli, sia a casa che fuori. Io non credo che Michela (l’autrice) creda di essere assolutamente nel giusto o voglia giudicare: sta cercando di condividere con i figli la sua cultura e le sue convinzioni, a mio avviso senza troppi estremismi. Tra l’altro ogni forma di estremismo è lontana dall’approccio di questo sito, che è sempre alla ricerca di soluzioni verso una vita sana, anche con compromessi dettati dai limiti della vita e degli impegni quotidiani. Ciao!
ElenaElle
Condivido molto quello che scrive Michela, soprattutto il suo approccio auto-critico.
Io sono quasi vegetariana (spiegare il quasi è difficile), ma i miei figli mangiano anche carne. Cerco di limitarne il consumo a casa (che comunque è piuttosto ridotto) e per fortuna loro amano molto i legumi che cuciniamo spesso.
Non ho voluto crescerli vegetariani perché ho pensato che deve essere una scelta consapevole che deve venire da loro. Però ogni volta che mi chiedono perché io non mangio carne (o pesce) cerco di spiegare quali sono le mie ragioni, così le chiarisco ogni volta anche a me stessa (la ragione principale è quella di non voler provocare la sofferenza degli animali).
Raffaella-mamma (quasi) green
Invece io capisco perfettamente il tuo “quasi”, è lo stesso approccio di questo blog (quasi green)! grazie per il tuo commento, molto utile!
Silvia
Ciao Raffaella e mamme tutte,
io adoro i “quasi” e i grigi. La vita per fortuna non è fatta di bianchi e neri, nella maggior parte dei casi, ma di tante sfumature di grigio. Gli estremismi sono limiti pericolosi, io credo. Apprezzo infinitamente e stimo molto, da mamma di due bimbi di tre e quattro anni, le mamme come Michela, che riescono a scegliere senza imporre. Io sono QUASI vegetariana, QUASI green, QUASI biologica (nel senso di scelte alimentari!). Le regole sono importanti, ma lo sono anche le eccezioni e i “per questa volta”. Mi sforzo anch’io di fare mangiare bene la mia famiglia e mi accorgo che mi sto un po’ fissando sull’alimentazione, ma non voglio trasmettere le mie ansie ai miei figli, onde evitare che bramino disperatamente ciò che io ostinatamente nego loro! Quindi sono quasi bio e quasi green, quasi sempre. Ma un giorno a settimana, per non stressare i miei bimbi, ho istituito “la giornata della schifezza”! Significa che, se ci impegniamo a mangiare il meglio possibile tutta la settimana, la domenica io non rompo e loro possono mangiare (QUASI!) tutto quello che vogliono. Il che tra l’altro ha un piccolo, subdolo vantaggio: nella giornata della schifezza capita che i miei bimbi mi dicano “Ho mal di pancia”. E io rispondo “Accipicchia, quest’oggi forse abbiamo esagerato con le schifezze!”. Io penso che questo possa far capire ai miei bimbi che le schifezze ogni tanto piacciono a tutti, ma che quando mangiamo bene stiamo bene, e quando mangiamo schifezze il mal di pancia è in agguato!
Complimenti Michela e Raffaella, e grazie per la vostra filosofia del quasi. Il quasi è apertura mentale e tolleranza!
Raffaella-mamma (quasi) green
Ciao Silvia, grazie davvero per questo tuo commento così articolato e sincero. Dici: “il quasi è apertura mentale e tolleranza!” e sono totalmente d’accordo con te. Grazie ancora!
Silvia
Grazie a te, cara Raffaella!
Il tuo blog mi aiuta molto a districarmi tra i mille impegni di queste giornate che, porca miseria, hanno solo 24 ore!
Anna
Ciao Michela, anch io sono una mamma veg e i miei figli sono vegetariani, sono totalmente d accordo con le linee educative che scrivi, ma io non ho trovato la tolleranza o la disponibilità dagli altri che tu hai trovato, purtroppo… ti racconto solo un paio di esempi: il secondo anno di asilo di mio figlio li volevano portare in fattoria a fare tutti insieme le svizzerine, ok la manipolazione, ma io non me la sono sentita di mandarcelo e non ho detto niente alle maestre e alle altre mamme. Invece, l ultimo anno di asilo, avrei voluto mandarcelo (proprio perché era l ultimo anno), ma volevano portarli a pescare al lago, così ho espresso la mia opinione alla riunione, dicendo che ci tenevo a farlo partecipare, ma che a pescare anche no….ecco, a quel punto le altre mamme e una delle due maestre ha iniziato ad insultarmi e urlarmi in faccia…un esperienza terribile davvero…loro, comunque sono andati e noi, invece siamo andati a fare un picnic al mare…
Raffaella-mamma (quasi) green
Ciao Anna, brutta esperienza. Il fatto secondo me (ma è solo una mia opinione) è che la tolleranza dura fino a quando non va a intaccare la loro vita; appena questa tolleranza comporta delle piccole rinunce o dei cambiamenti (per esempio il tipo di gita) allora questa sparisce e si trasforma anche in aggressività. Mia figlia non è vegetariana (io non mangio carne) ma anch’io avrei detto no ad una gita in cui vai a fare le svizzere….magari potevano fare degli gnocchi o delle tagliatelle, sono ricette molto più sane, le competenze manuali e il messaggio sul cibo fatto in casa sono molto più diretti e sinceri. Mai sentito un laboratorio di svizzere!!!