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Ci siamo mai chiesti da dove proviene e come viene coltivato e raccolto il cacao con cui prepariamo le nostre torte? Abbiamo mai pensato cosa c’è dietro alle tonnellate di cioccolata che mangiano ogni anno i nostri bambini nel mondo Occidentale?
La gran parte della cioccolata si trova nei nostri negozi grazie al lavoro minorile forzato. Piccoli schiavi che, invece di andare a scuola e giocare, sono costretti a lavorare nei campi. Come spiega La guida al consumo critico (ed. EMI):
“in concreto lo sfruttamento dei braccianti passa attraverso salari da fame, orario di lavoro lungo ed estenuante, talvolta lavoro minorile. I diretti sfruttatori dei braccianti e dei contadini sono i proprietari terrieri e i commercianti locali, ma questi ultimi si difendono dicendo che loro stessi sono vittime di una speculazione internazionale dominata dalle multinazionali che strangolano gli altri attori della catena commerciale imponendo prezzi all’esportazione molto bassi.”
Nel 2011, l’università di Tulane, New Orleans, ha pubblicato una ricerca dalla quale emerge come più del 50% dei bambini in Ghana e Costa D’Avorio lavori nell’agricoltura, di cui un 25-50% nella piantagioni di cacao (fonte).
Molti bambini cominciano a lavorare sin da piccoli per un totale di 20 ore alla settimana, spostando pesanti carichi o essendo coinvolti con pesticidi, senza compenso (fonte).
Cosa possiamo fare noi
Possiamo fare molto, con molto poco: possiamo scegliere i prodotti giusti, quelli della catena alternativa “equa e solidale“.
Il mercato equo e solidale salta l’intermediazione delle multinazionali e distribuisce i prodotti comprati direttamente dai contadini del Sud del mondo in modo da far godere a loro tutto il prezzo (equo) pagato.
I prodotti del commercio equo e solidale si trovano facilmente, ormai anche nei supermercati. Secondo la Guida al consumo critico si trovano nei seguenti punti vendita:
- Coop, Esselunga, GS, Bennet, Cadoro, Despar (lombardia e Sicilia), Tigre (Abruzzo, Marche, Molise), Alìper (Veneto), Conad (Marche), CRAI (Marche), Tigross (Lombardia), Poli e Sait (Trentino, Italmec (Rovigo), Sidis (Centro/Nord) NaturaSì, nei negozi Pompadour, nelle caffetterie Goppion, nelle Botteghe del Mondo, nelle Botteghe della solidarietà e nei negozi biologici indipendenti.
Generalmente, nella grande distribuzione, i prodotti del Commercio Equo sono contraddistinti dal marchio di garanzia Transfair Fairtrade. Alcune catene, tuttavia, distribuiscono anche i prodotti di CTM col marchio Altromercato.
Ho appena dato un’occhiata ai prezzi sul sito di Esselunga:
- il cacao (biologico) del commercio equo e solidale costa 1,61 euro/hg
- il cacao normale costa 0,81 euro/hg
Il cacao proveniente dalla filiera delle multinazionali costa la metà (il motivo mi pare chiaro). Io penso che possiamo spendere un po’ di più (soprattutto visto che cacao e cioccolato per noi sono ingredienti non essenziali, ma solo un di più) e dare una svolta a questa terribile situazione.
Voi usate prodotti del commercio equo e solidale?
Per approfondire:
- http://grist.org/food/a-guide-to-ethical-chocolate/
- http://simplemom.net/chocolate/
- http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/1272522.stm
- http://www.nytimes.com/2001/07/29/world/the-bondage-of-poverty-that-produces-chocolate.html
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Francesca
Oh cavolo non ci bevo mai pensato! Grazie per l’ articolo, mi ha aperto gli occhi!
Raffaella-mamma (quasi) green
Infatti è proprio questo il problema: non sappiamo troppe cose, è nostro compito informarci e renderci più consapevoli. Solo così possiamo fare qualcosa! Ciao!
Marina - La mia vita semplice
qualche tempo fa sul sito di Vanity Fair è uscito un interessante post di Imma Vitelli sulla coltivazione del cacao in Madagascar, se vuoi te lo linko
Raffaella-mamma (quasi) green
Ciao Marina, sì per favore linkalo, sarà utilissimo a me e a chi legge. grazie!
Marina - La mia vita semplice
Eccolo qui: http://iosonoqui.vanityfair.it/2013/03/25/te-lo-do-io-il-cioccolato/
(Imma Vitelli scrive reportages straordinari)
Raffaella-mamma (quasi) green
Grazie molte! Anche a me è piace molto Imma Vitelli, solo che ho smesso di comprare Vanity Fair perché non trovavo più il tempo di leggerlo! Prima di diventare mamma lo leggevo dalla prima all’ultima pagina…ore di tram!!
Ciao!
carmen
Non posso che condividere tutta la linea Raffaella!! Sapeste lo sfruttamento che c’è dietro anche il caffè…da scriverci post e post! Io uso diversi prodotti equo-solidali, caffè, zucchero integrale di canna, riso, cioccolata spalmabile, biscotti, marmellata, succhi di frutta, ma anche i cosmetici…oltre che giusti, sono davvero buoni! Generalmente preferisco comprare nelle botteghe del mondo, per aiutare queste piccole realtà a non sparire…
Raffaella-mamma (quasi) green
è vero: grazie per averlo sottolineato. I prodotti del commercio equo e solidale si trovano ormai anche nella grande distribuzione…ma se ci rivolgiamo alle Botteghe del mondo MEGLIO ANCORA. Tra l’altro sono tutte belle e suggestive!
Fairtrade Italia
Raffaella, questo articolo ci piace! 🙂 Ti segnaliamo che “Transfair” è il nome vecchio del marchio che oggi dappertutto si chiama FAIRTRADE ed è il marchio di certificazione etica più riconosciuto al mondo!
Raffaella-mamma (quasi) green
Grazie per la precisazione, ho aggiornato!