Mangiare sano, vivere sano, fare scelte consapevoli: è così difficile?
Oggi ne parliamo con Marina del blog La mia vita semplice che ospito qui con grande piacere. Marina ci propone una serie di spunti davvero utili e interessanti per fare scelte sane in cucina e non solo.
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Quando diventi genitore il tuo senso di responsabilità si estende a tanti aspetti della vita quotidiana.
Per la mia famiglia vorrei fare sempre scelte sane e naturali, per quanto possibile. Cerco soprattutto di infondere in mio figlio il gusto per i cibi freschi, non industriali e non alterati da aromi o coloranti artificiali, seguendo quella che credo essere la via più naturale per il benessere della mia famiglia.
Ecco le mie 5 mosse per vivere una vita sana in famiglia:
Via le pentole antiaderenti
Le pentole antiaderenti sono una pacchia in cucina: promettono di cuocere con pochi grassi, fanno scivolare nel piatto omelette e frittate in modo perfetto, si lavano in un attimo. Ecco perché non le uso:
- rilasciano fumi nocivi se le pentole vengono surriscaldate oltre i 260 ° C, per esempio se una padella viene dimenticata sul fornello o se viene impropriamente usata ad alta temperatura per grigliare. Inalarli può provocare la “febbre da fumi di polimero” che dà sintomi simili a quelli dell’influenza o, nei casi più gravi, seri danni ai polmoni. E’ basilare usarle con accortezza e lavarle con spugne non abrasive
- nella produzione di pentole antiaderenti, come per una miriade di prodotti che va dalle schiume antincendio alle valvole cardiache, viene utilizzato come additivo il PFOA (acido perfluoottanoico), che nella comunità scientifica è considerato un perturbatore endocrino capace di alterare l’equilibrio ormonale umano. La sua persistente presenza è stata riscontrata nell’ambiente e nel sangue delle popolazioni di zone industrializzate in USA, Sud America, Europa compresa l’Italia, India, Cina ed Estremo Oriente. Negli USA 8 grandi aziende si sono impegnate a eliminarlo entro il 2015 ma molte altre nel mondo continuano a usarlo.
Per me ce n’è abbastanza per tornare serenamente alle pentole d’acciaio con fondo spesso, alle pirofile in vetro e alle tortiere in ceramica da forno.
Via i contenitori in plastica per alimenti
La comodità dei contenitori in plastica è evidente: leggeri, facili da stoccare, non si rompono. Servono per confezionare e conservare una grandissima varietà di alimenti freschi, cotti, surgelati ma rilasciano tracce di bisfenolo-A, accertato
Il bisfenolo-A è anche usato per produrre le resine epossidiche che rivestono l’interno delle lattine: in caso di alimenti acidi (per es. conserva di pomodoro), la presenza di bisfenolo-A non è solo possibile ma probabile. E’ di pochi mesi fa un articolo della rivista Pediatrics sulla correlazione tra bisfenolo-A e obesità infantile.
Quindi: scelgo possibilmente cibi conservati in barattoli di vetro e cerco di limitare le confezioni in plastica al minimo indispensabile. Uso thermos e bottiglie riutilizzabili in acciaio senza rivestimenti epossidici.
Per conservare i cibi in frigorifero uso solo contenitori in vetro con coperchio ermetico: bisogna fare più attenzione, è vero, ma la sensazione di purezza che dà il vetro non mi fa rimpiangere la comodità della plastica. Ogni volta che posso scegliere un’alternativa alla plastica, lo faccio.
Via detergenti e cosmetici con parabeni
I parabeni (che sulle etichette si trovano indicati come metilparaben, etilparaben, propilparaben, butilparaben, isopropilparaben, benzilparaben, isobutylparaben) sono sostanze di sintesi ampiamente usate come conservanti nell’industria soprattutto cosmetica e farmacologica.
Si trovano anche nei cosmetici per neonati e bambini. Essendo in grado di mimare gli estrogeni si sospetta che possano avere un ruolo nello sviluppo del cancro al seno. Il rapporto tra parabeni e cancro al seno è stato studiato dalla dottoressa Philippa Darbre dell’Università di Reading, che ha riscontrato la loro presenza nei tessuti cancerosi. Il rapporto causa-effetto è tuttora sotto osservazione.
Via gli aromi artificiali e conservanti
Quando mangio voglio sentire il gusto di un alimento, non l’aroma sintetico a basso costo che mi fa credere che quel cibo sia buono. E non voglio che mio figlio si abitui a gusti troppo sapidi, fasulli, distanti da quelli autentici.
E’ una scelta sana la mia? Non sono in grado di dimostrarlo, ma preferisco evitare qualcosa su cui si rende necessaria una valutazione dei rischi in materia di sicurezza alimentare.
Facendo la spesa tendo a scartare i cibi che sull’etichetta presentano la dicitura “aromi”. Dico “tendo” perché purtroppo si trovano un po’ ovunque e non è facile eliminarli completamente dalla spesa. Ci sono anche le eccezioni: le festicciole di compleanno, gli snack ogni tanto, le occasioni saltuarie… non sono Cerbero! (anche se non sempre è facile convincere un bambino che un frullato di frutta è più sano di uno con un aroma di laboratorio).
Gli aromi che vengono largamente usati nell’industria alimentare sono distinti in 3 tipi:
- aromi naturali, prodotti da materie vegetali o animali
- aromi artificiali, prodotti dalla sintesi chimica
- aromi natural-identici, uguali a quelli presenti in natura ma sintetici
Quando l’etichetta su un alimento riporta “aromi” tra gli ingredienti significa che si tratta o di quelli artificiali o di quelli natural-identici. Le aziende hanno comunque la facoltà di indicare gli aromi naturali semplicemente come “aromi”. Vengono usati perché costano poco, rimpiazzano gli aromi naturali che si disperdono con la cottura, accentuano i sapori di cibi scadenti o insipidi o caratterizzano un prodotto.
Via i coloranti artificiali
Un paio d’anni fa, all’isola d’Elba, ho visto in vendita un dolce tipico locale colorato di un improbabile rosso etichettato a norma di legge con la dicitura “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini”.
Ho sorriso per la disgraziata scelta di marketing (etichettare pur seguendo le norme vigenti anziché cercare un’alternativa naturale per dare valore aggiunto al prodotto) ma sorrido un po’ meno leggendo ciò che un’esperta dice qui dei coloranti, e di molto altro… Leggete, e guarderete con occhi diversi i buffet delle festicciole di compleanno 😉
anna
Certo che si cerca di fare sempre le scelte migliori per noi e i nostri bimbi, ma a volte per comodità e perché ormai viviamo in una società iper consumistica, ci lasciamo andare.
Nel mio piccolo ho cominciato a produrre detersivi fai da te, il dado ed evito merendine o schifezze varie per mia figlia. Partecipo ad un gas e prendo la frutta e la verdura dal contadino bio… ma poi devi fare tre mila giri per prendere poi il pane o altro…ma resisto all’inferno del centro commerciale.
Ci sono tante piccole e grandi scelte eco, più o meno drastiche, che ognuno può fare nella propria esistenza, che pur sempre un granello tutti facciamo parte della stessa terra e i nostri figli saranno quello che noi lasciamo. Io lotto per questo ma trovo solo muri e orecchie da mercante, perché nessuno pensa che il superfluo o i danni che noi facciamo si ripercuoteranno sulle vite dei nostri figli???!!!
Cmq ottime scelte e non difficili da integrare nella propria vita, anche io man mano sto buttando i contenitori di plastica e le pentole anti aderente… so cosa farmi regalare per natale!!!
Raffaella-mamma (quasi) green
“nessuno pensa che il superfluo o i danni che noi facciamo si ripercuoteranno sulle vite dei nostri figli”…verissimo. Che cerca di fare scelte sensate, in realtà viene visto spesso come un “fissato” e rigido!
Ciao!