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Si avvicina l’inverno, arriva l’influenza. Quando ero una ragazzina mi sembrava un sogno: qualche giorno a casa, senza scuola, a guardare la televisione (non c’era Internet!).
Ricordo un’influenza lunghissima trascorsa a guardare biografia e film di Elvis Presley su RaiTre. Lui alle Hawaii in un B-movie, io sotto il piumone senza interrogazione di storia. Fantastico!
Da quando sono mamma la parola influenza invece mi terrorizza! Se Carlotta è malata significa giorni e giorni chiuse in casa, naso da soffiare ogni 30 secondi e tanta tosse da calmare (l’anno scorso ci siamo consolate con questa torta per i momenti difficili!).
Se invece sono malata io, influenza significa continuare a fare tutto lo stesso, barcollando a destra e sinistra (niente Elvis-terapia!)
Come ogni anno il Ministero della Salute pubblica le sue linee guida sulle prevenzione dell’influenza. Anzitutto ci ricorda che la trasmissione del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani “contaminate dalle secrezioni respiratorie”.
Come ci ricorda Uppa “i bambini sono colpiti dall’influenza più frequentemente degli adulti, anche perché sono concentrati in ambienti chiusi e molto affollati (le scuole e gli asili)”.
Perciò è fondamentale conoscere e mettere in atto alcune misure di protezione personali (misure non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza. Il Ministero, sulla base di evidenze pubblicate dall’ECDC, raccomanda le seguenti azioni preventive.
lavaggio delle mani (fortemente raccomandato)
- non basta una veloce sciacquata sotto l’acqua…è necessario insegnare ai bambini a lavarsi (molto bene) le mani e a farlo spesso!
buona igiene respiratoria
- coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, lavarsi le mani dopo aver usato i fazzoletti (“metti la mano davanti alla bocca!!!”)
isolamento volontario
- isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili, specie in fase iniziale
- in poche parole: se il papà è malato si chiude in camera e spunta fuori dopo qualche giorno, dopo essersi lamentato a dismisura. Se invece è la mamma ed essere malata, difficilmente riesce a isolarsi (per qualche ora sarebbe anche molto bello). Io in genere applico la regola numero 4…metto la la mascherina e faccio felice la mia bimba che ride molto!
mascherina
- uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari
- come vi dicevo sopra, io in casa se sono “imbacillata” e c’è Carlotta in casa, la uso. Meglio prevenire che curare!
E la vaccinazione?
Le raccomandazioni del Ministero della Salute dicono che “l’inserimento dei bambini sani di età compresa tra 6 mesi e 24 mesi (o fino a 5 anni) nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro l’influenza stagionale è un argomento attualmente oggetto di discussione da parte della comunità scientifica internazionale, soprattutto a causa della mancanza di studi clinici controllati di efficacia.
L’offerta di vaccinazione è raccomandata dalla Sanità Americana e Canadese e da pochi paesi della Comunità Europea (Gran Bretagna, Finlandia, Ungheria e Malta), ma i dati di copertura vaccinale finora raggiunti non consentono di valutare l’impatto di tale intervento.
Pertanto, non si ritiene necessario promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino influenzale stagionale ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio. Ciò non significa che vi siano controindicazioni alla vaccinazione dei bambini ‘sani’ di età superiore a 6 mesi, qualora il loro pediatra optasse per tale scelta (qui per approfondire)”
Cosa consiglia il vostro pediatra?
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