Cosa fa una donna quando ha due figli piccoli, un grande bisogno di flessibilità, tanta voglia di lavorare e una grande passione per il tessile? Avvia una nuova impresa: etica, utile e green. Ovviamente, in Rete.
Questa è la storia di Sylvia, mamma, moglie e imprenditrice.
Ciao Sylvia, ci racconti di te e di BabyBuh!, la tua nuova avventura professionale?
La mia avventura professionale è nata, come per molte mamme, dalla necessità di gestire due bambini piccoli e di lavorare allo stesso tempo.
Il mio lavoro prevedeva lunghi e frequenti viaggi in India e Bangladesh e con l’arrivo di Tobia e Ludovico ho dovuto fare una scelta. Come capita purtroppo spesso in Italia (ma forse anche in altri paesi) le aziende non sono sempre disposte a venire incontro all’esigenza di maggiore flessibilità delle mamme così, ho deciso di fare un salto nel buio, lasciare il mio lavoro per poter stare con i bambini per poi inventarmi qualcosa da fare successivamente.
Conoscevo già il mondo del tessile per bambini, ma da professionista. Ho scoperto un nuovo mondo guardandolo con gli occhi di mamma.
Mi sono accorta che piccoli dettagli possono facilitare il difficile compito quotidiano di accudire due bambini piccoli: le borse ben organizzate mi evitano di dimenticare le cose necessarie per i trasferimenti durante il weekend; le copertine di mussola sono fantastiche perché fresche e morbide, si lavano facilmente in lavatrice senza rovinarsi mai, si possono usare in tantissimi modi; i sacchi nanna mi hanno risolto il problema dei bimbi che si scoprivano continuamente di notte obbligandomi ad andare a rimboccare le coperte.
Insomma, tante piccole cose, ma utili, pratiche e comode. Trattandosi di prodotti tessili, ho pensato di unire la mia esperienza professionale a quella di mamma e di proporre io stessa, tramite i miei canali, dei prodotti studiati sul campo, che potessero essere utili anche ad altre mamme.
I tuoi prodotti mirano a semplificare la vita quotidiana da mamma e, al tempo stesso, proporre soluzioni a filiera etica. Ci spieghi come?
I miei prodotti sono studiati sul campo: i bambini si scoprono continuamente e sono troppo grandi per il sacco nanna? Bene, pensiamo a qualcosa di comodo, leggero e pratico, lasciando la libertà di movimento, ma che resti chiuso: ecco il sacco letto.
Ogni volta che andiamo dai nonni si fa mezzo trasloco, le borse sono sempre strapiene di cose buttate in fretta e furia e finisce sempre che dimentico un pezzo: ecco una borsa con le tasche per ogni cosa, così trovo subito tutto e soprattutto non dimentico nulla a casa. Voglio una copertina che si possa maltrattare: ecco la mussola! Fantastico tessuto ideale per i bambini.
Cose pratiche, lavabili facilmente, utili, forse poco leziose, ma colorate e simpatiche ….o almeno questo è il mio obiettivo.
Controllo tutte le fasi di produzione personalmente: conosco chi taglia, chi cuce, chi ricama. Cerco sempre di conoscere la storia che c’è dietro ogni persona che lavora sui miei prodotti, perché è conditio sine qua non che il mondo Babybuh!, dal concepimento all’utilizzo finale, faccia parte di un progetto di rispetto della persona e dell’ambiente.
Il mio obiettivo di lungo periodo sarebbe quello di poter implementare un progetto come quello che è dietro la produzione dei giochi Pebble (che ho ovviamente proposto anche sul mio sito), ovvero costruire una rete di supporto a comunità più disagiate dando loro lavoro, così che possano in primis vivere una vita più serena, ma soprattutto impegnarsi nel diffondere una maggiore attitudine all’istruzione dei bambini, che al momento è ancora privilegio solo delle caste borghesi.
Perché hai scelto l’India per produrre le tue collezioni?
L’India perché è una realtà che conosco bene. Dopo tanti anni ho costruito un rapporto di amicizia e fiducia con alcuni fornitori.
Produrre lì significa accedere a materie prime di qualità (la mussola di cotone è pane quotidiano per loro) ed inoltre mi permette di controllare personalmente tutte le fasi di produzione, nonché l’azienda stessa.
Io stessa parlo con il sarto che prepara i prototipi in fase di campionatura e lavoro fianco a fianco con le donne che cuciono durante la produzione.
In particolare, l’azienda che ha prodotto gli articoli BabyBuh!, appartiene a una famiglia che conosco da tanti anni. Sono persone eticamente corrette, aiutano i loro dipendenti e soprattutto li rispettano. Molte sono le donne che lavorano nell’azienda e che spesso vivono problemi di maltrattamenti. L’azienda offre loro un lavoro per renderle più autonome e un posto per dormire, se ne avessero bisogno.
Mi è capitato di vedere una mamma venuta a lavorare con il suo bimbo di 2 anni: aveva la febbre e nessuno a casa poteva accudirlo, così l’ha portato in azienda e tutti ci siamo presi cura di lui. Si è mai vista una cosa simile qui da noi?
Ho scelto l’India perché è un paese che offre tanto, sia in termini professionali, sia personali. E’ un paese che mi ha insegnato molto e al quale devo molto. Se con i miei “quattro sacchi nanna” posso aiutare qualcuno dandogli lavoro, ne sono fiera. E’ una goccia nel mare, ma fa bene a tutti.
Con BabyBuh! cerchi anche di conciliare una produzione tessile a basso impatto ambientale: come?
Per produrre i miei articoli cerco sempre di utilizzare tessuti già esistenti. L’industria tessile è una delle industrie più inquinanti al mondo. L’occidente produce tonnellate di tessuti in oriente, e spesso i compratori rigettano le produzioni per piccoli dettagli insignificanti (la sfumatura di colore, la stampa non perfettamente in rapporto, errori nel calcolo di fabbisogno, etc…), così si creano questi enormi stock di tessuto che restano lì per anni sotto la polvere.
Il mio fornitore lavora al 90% per l’Europa e ogni produzione lascia degli stock di tessuti di eccellete qualità e testati chimicamente (tutti i clienti europei richiedono standard qualitativi e antitossicità molto elevati). Perché non usarli?! Basta usare la fantasia e si possono creare cose meravigliose.
Così è nata l’idea di costruire dei prodotti riutilizzando tessuti già esistenti. Certo non riesco ad usare tessuto al 100% riciclato, ma direi all’80%. Il prossimo obiettivo è quello di inserire prodotti in fibre organiche, possibilmente riciclate. Vedremo….
Conosco bene il sacco nanna, ma non sapevo esistesse il sacco letto (geniale!). Ci spieghi cosa è e come funziona?
Il sacco letto è un’idea che mi è venuta con il secondo figlio, che è “posseduto dal demonio”, soprattutto di notte. Per evitare che si scoprisse continuamente nelle stagioni più fresche, ho pensato di fissare la coperta al lenzuolo sotto con una cerniera. Praticamente è come un sacco a pelo, ma più grande, adattato al materasso del lettino. Devo dire che funziona.
Quali prodotti green si trovano su BabyBuh?
I prodotti Babybuh! li definirei ancora “greenish”, ovvero quasi green. Tutti i prodotti tessili sono costruiti con una buona parte di tessuti riciclati, le cerniere non contengono nickel, i tessuti sono testati chimicamente, non ci sono parti in plastica e, a parte un gruppetto di borse in poliestere (tessuto molto resistente per borsoni), tutto il resto è in 100% cotone.
Beatrice
Che bel progetto !! Tantissimi complimenti a Sylvia e un in bocca al lupo per il suo stupendo BabyBuh…peccato che le mie bimbe siano ormai troppo grandi 🙂
Raffaella-mamma (quasi) green
Anch’io appena ho visto la borsa per la mamma ho subito avuto voglia di tornare indietro nel tempo!!