Amo viaggiare e ho fatto di tutto per trasmettere a mio figlio il piacere di andare e di scoprire, il gusto per le piccole avventure, la capacità di sorridere di fronte agli inevitabili inconvenienti, la voglia di partire leggeri, senza bisogno di portarsi dietro una casa intera, con fiducia e curiosità verso quello che verrà.
Quando era piccolo, mi preoccupavo spesso di come avremmo affrontato i pasti fuori casa, ma poi ho capito che, ovunque si vada, la soluzione si trova sempre. Ho smesso di preparare il carico di viveri nella borsa frigo e ho cominciato a godermi l’idea di non sapere, una volta partiti, dove e come avremmo mangiato.
Porto sempre almeno una borraccia d’acqua a testa, che può servire per bere, sciacquarsi o rinfrescarsi. Dovessimo restare bloccati in un ingorgo stradale, quella deve esserci.
Raramente preparo panini a casa. Ho scoperto che è meglio fermarsi in un negozio di alimentari o in una gastronomia nel luogo d’arrivo e lì prendere frutta, pane fresco e companatico: in questo modo è tutto più fresco e l’occasione è buona per assaggiare la produzione del posto e parlare con i negozianti. Portare in giro sempre e solo il cibo di casa non abitua il palato dei bambini alla varietà.
Quando vado a comprare da mangiare, porto sempre mio figlio con me: mi piace scegliere insieme. Se troviamo un mercato, tanto meglio.
Al ristorante non leggiamo il menu in cerca di una rassicurante pasta al pesto e tantomeno cerchiamo il menu bambini, che è sempre deludente. Prima ci informiamo sulle specialità dello chef e sui piatti del giorno. Ordiniamo cose diverse, il modo da scambiarci assaggi.
Prima di tornare a casa, compriamo i prodotti locali che ci sono piaciuti di più, da mangiare per rievocare ricordi o da condividere con parenti e amici. Ricordi ed emozioni sono una componente importante del gusto.
Lo ammetto, sono una talebana della sana alimentazione, ma in viaggio chiudo un occhio se il locale del pasto o una particolare preparazione rappresentano di per sé un’esperienza da fare. Tanto per fare un esempio, come si fa a non sperimentare un cartone di fish & chips in Gran Bretagna, magari da mangiare su una panchina in riva al mare?
A volte è stato proprio facendo una deviazione per cercare da mangiare che abbiamo incontrato luoghi e persone speciali.
L’unica cosa su cui non transigo è l’igiene: se il locale è sporco (basta dare un’occhiata al bagno), ci accontentiamo di quello che offre il primo panettiere.
photocredit: rolands.lakis
Caterina
E’ meglio abituare fin da piccoli i bimbi ad sapori nuovi, anche durante i viaggi, così imparano ad apprezzare il buon cibo da giovanissimi 🙂