Ci sono i destri, ci sono i mancini e poi ci sono tutti gli altri, con lateralizzazione crociata: mio figlio, per esempio, ha mano sinistra dominante, ma calcia il pallone col piede destro e con l’occhio destro prende la mira. È normale.
Negli anni della scuola dell’infanzia noi genitori sentiamo spesso parlare di lateralizzazione. Siamo impazienti di sapere se i nostri bambini saranno destri o mancini e abbiamo paura di indurli, involontariamente, a usare la mano sbagliata (a quanto pare nessuno si preoccupa di piedi, occhi e orecchie).
All’inizio della scuola primaria i mancini incontrano effettivamente qualche difficoltà in più, sia in classe sia in palestra, come spiega questo articolo interessante, che fornisce anche buoni consigli pratici per gli insegnanti.
Nella mia esperienza, per un bambino mancino è un po’ più difficile imparare a scrivere, perché la mano sinistra copre le lettere a mano a mano che vengono scritte (e se l’inchiostro non asciuga subito, fogli e manine saranno sempre un po’ sporchi).
E a tavola, come dobbiamo comportarci?
È giusto apparecchiare “per i destri” prima ancora di sapere quale sarà la mano dominante dei nostri bimbi? Se guardiamo gli adulti, scopriamo che in fondo non fa tanta differenza, perché i mancini imparano presto a tagliare con la destra.
Credo quindi che sia inutile porsi il problema a meno che non osserviamo un’effettiva difficoltà a tagliare. In questi casi possiamo provare a sistemare le posate al centro del piatto e lasciare al bambino la libertà di afferrarle con la mano che preferisce, sperimentando entrambe le possibilità.
L’unico problema – marginale per alcuni ma importante per le famiglie che vivono spesso in contesti formali – è quello delle norme della buona educazione: alcune vecchie regole del galateo considerano la sinistra una mano “maleducata”, da non usare per servire da mangiare o da bere a un commensale o semplicemente per afferrare il bicchiere.
Voi come vi comportate?
photocredit: Lars Plougmann
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