Bambini che non mangiano: i motivi più comuni | Accade spesso che un bambino che ha sempre gradito un determinato alimento, all’improvviso non lo voglia più. “Ieri ha mangiato i fagiolini e oggi li rifiuta”, “i pomodori gli sono sempre piaciuti, ma da qualche giorno non vuole neanche assaggiarli”, lamentiamo noi genitori, che in queste situazioni non sappiamo bene come comportarci: è meglio insistere, perché si tratta solo di un capriccio – ci chiediamo – oppure rispettare il rifiuto perché le costrizioni sono controproducenti?
La strada verso l’acquisizione di buone abitudini alimentari è molto più tortuosa di quello che ci aspettavamo all’inizio, quando pensavamo che i nostri bimbi sarebbero passati serenamente dal latte alle prime pappe e via via a un’alimentazione sempre più ricca e varia. Gli intoppi – ormai lo sappiamo – ci sono eccome! E quando si verificano per prima cosa dobbiamo capire i perché.
Secondo me, una volta escluse le cause organiche serie (malattie o traumi importanti ecc.) i motivi più comuni che spingono i bambini a rifiutare il cibo sono cinque o sei. Vediamoli, dal punto di vista dei nostri piccoli commensali:
L’ingresso alla scuola dell’infanzia
Sono cresciuto e con l’inizio della scuola dell’infanzia sono “entrato nel mondo”. Quante novità! Quante cose complicate da capire, bambini e adulti con cui rapportarsi, orari e regole da rispettare! Il mondo è bello, ma mi fa anche un po’ paura: almeno a tavola voglio il conforto delle poche cose che conosco e di cui mi fido. Mangiare, per me, è come entrare nella mia tana sicura. E poi il mio amico dice che i pomodori sono cattivi e io sono come lui (perché ho bisogno di sentirmi uguale agli altri, parte del gruppo).
La neofobia dei quattro anni
Se c’è un puntino sulla pasta, allora non la mangio, e non mi dite che “non è niente”. Sono cresciuto ed esploro il cibo coi miei occhi: tutto quello che non è ben riconoscibile, lo metto da parte. Non mischiate ingredienti diversi e non provate nemmeno a darmi il minestrone. Magari, invece, se lasciate uno spazio nel piatto tra un ingrediente e l’altro, allora mangio. Se chiedo che cos’è un ingrediente, non mi ingannate, altrimenti diventerò ancora più diffidente.
Gli odori
Ho avuto il raffreddore e ho ancora un po’ di catarro. Quando ho il naso chiuso, i profumi non li sento e quindi nemmeno i sapori. E’ per questo che il piatto che mi piaceva, ora non mi piace più.
Le aspettative dei grandi
Voglio mangiare senza gli occhi addosso: più mi sento sotto i riflettori, al centro dell’attenzione, e più mi passa l’appetito. Idem se vi vedo nervosi.
I colori
Ci sono colori che mi mettono fame e altri che me la levano. Il marrone e il verde scuro mi fanno venire voglia di scappare.
La mancanza di appetito
Non ho fame ma state tranquilli, non sono malato: è solo perché la merenda era così ricca che non sento il bisogno di mangiare altro.
Questi comportamenti sono comuni e non devono allarmare. In attesa del momento in cui i bambini ricominceranno a gustare i pasti serenamente, è importante non “etichettarli” con frasi come “sei capriccioso” o “sei difficile”. Piuttosto è utile rassicurarli, spiegando loro che i gusti cambiano, che si cresce e si diventa grandi anche dentro la bocca, e quindi ogni tanto vale la pena riprovare un piatto: magari per scoprire che la bocca… ha cambiato idea.
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