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Questo post è stato scritto per le lettrici di BabyGreen da Simona Vanetti, psicologa e formatrice, co-fondatrice di Lallafly.com, portale dedicato ai per-corsi formativi per chi è genitore o vuole diventarlo.
Simona ci suggerisce come utilizzare le nostre emozioni per migliorarci come genitori. Se volete approfondire potete seguire gratuitamente il suo video corso Come utilizzare le tue emozioni per diventare il genitore che vorresti essere su Lallafly.com.
Chi di noi non si è mai sentito inadeguato per un’emozione che ha provato?
Credo di poter affermare con certezza che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è giudicato per un’emozione forte ed intensa ritenuta sconveniente.
Eppure l’emozione di per sè è “solo” e-mozione, ossia energia in movimento. È un segnale che ci dà indicazione di che cosa ci sta accadendo.
Vediamo allora tre semplici eppure potenti segreti per aprirci ad esse:
Aprirci alla natura (dentro e fuori di noi)
Quando parliamo di emozioni, non possiamo non parlare anche della natura. La natura è dinamica, mutevole, mai uguale a se stessa. Guardando un fiume ciò che vediamo in un istante, l’istante dopo è già differente. La natura è ciclica e rotonda nel suo manifestarsi ed ha in sè la verticalità della montagna.
I nostri figli, così come noi, sono tutti collegati a ciò che è l’aspetto naturale della vita. E come tale vivono in loro la gioia e la brillantezza del sole, la dirompenza di un tuono a ciel sereno, la leggerezza del venticello birbante che scompiglia i capelli, la freschezza dell’acqua di sorgente, l’ombrosità di un albero, la freddezza del ghiaccio, talvolta la durezza e la fermezza della roccia, piuttosto che la malleabilità dell’argilla. E tanti altri aspetti ancora.
Un robot, nonostante tutte le evoluzioni in questo campo, è privo di emozioni. Sebbene noi, a contatto con esso possiamo emozionarci.
Quindi, quando ci imponiamo di non voler provare questo o quello, o lo imponiamo ai nostri figli, è come se ci stessimo dicendo di divenire dei robot. E’ impossibile! Per fortuna… aggiungo io.
Così come la natura non è mai uguale a se stessa pur nella sua ciclicità, così un valido aiuto per le emozioni, anche quelle di difficile gestione, è il sapere che prima o poi passano.
Partire dalle emozioni è alla base di ogni relazione, sia quella di coppia, sia quella con i nostri figli, attraverso le emozioni possiamo capire molto dei nostri figli.
Aprirci a raccogliere (il metodo racchiuso nella parola matrioska)
Quando in natura arriva il momento della raccolta dei frutti, il frutto può cadere e ritornare alla terra donando un nuovo seme, oppure può divenire cibo nutriente.
Raccogliere è una parola che io considero una parola matrioska. All’interno di essa infatti vi sono custodite altre parole. Dentro alla parola raccogliere, c’è accogliere. E dentro accogliere è contenuta la parola cogliere.
Celate al suo interno, queste parole ci donano un metodo per stare meglio con le proprie emozioni.
Vediamo come:
- raccogliere, ossia esserci, essere lì accanto a nostro figlio o anche solo a noi stessi. Per vivere al meglio le emozioni occorre raccogliere ciò che c’è, nel momento stesso in cui si manifesta
- accogliere, ossia aprire il cuore e le braccia, abbracciando quell’emozione così da poterla contenere
- cogliere, ossia essere presenti e sapere comprendere il dono e il significato profondo di quell’emozione. Oppure cogliere con l’intuito come trasformare quell’emozione, permettendo ad essa di fluire e sciogliersi.
Un esempio: nostro figlio si è messo a piangere in modo forte e intenso
- raccogliere: noi siamo lì, accanto a lui, dando tutta la nostra presenza e attenzione
- accogliere: possiamo riconoscere ciò che sta provando, legittimare il suo vissuto, nominare la sua tristezza o disperazione rimanendo con il cuore aperto così che possa sentire il nostro amore
- cogliere: possiamo mettere a disposizione l’intuito per comprendere cosa è accaduto e che cosa ha innescato la reazione emotiva. Che cosa è successo? Si è forse spaventato? Voleva qualcosa per lui di importante e non l’ha potuta avere? Come posso fare per trasformare la situazione?
Lo strumento della parola matrioska raccogliere lo possiamo usare anche per noi!
Aprirci al nucleo di sé profondo (lasciando andare il giudizio)
Ogni emozione può essere la benvenuta. Al suo interno c’è sempre infatti un messaggio profondo, un dono che ci riporta alla nostra essenza e alla nostra anima.
Quando vogliamo adeguarci agli schemi esterni, mettendo a tacere le nostre emozioni profonde, stiamo mettendo da parte noi stessi, la nostra autenticità.
Questo è un messaggio prezioso da donare a se stessi e ai propri figli: la consapevolezza che ogni stato interiore, anche quando è difficile, è benvenuto e può essere accolto. Ci si accorgerà che in questo modo cresce la capacità di amarsi. L’importante è mettere da parte il giudizio.
Simona Vanetti
Simona è anche co-autrice di percorsi dedicati a come prepararsi per allattare, per ottenere un parto naturale dopo cesareo, come gestire e guarire la ferita emotivase il tuo allattamento e il tuo parto non sono andati come desideravi.
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