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Come rendere i bambini più indipendenti? È una domanda che ci facciamo spesso noi genitori. Oggi vorrei parlarne con voi.
Non voglio parlare di indipendenza nella vita pratica (ne abbiamo già parlato tanto anche grazie ai post su Montessori). Lasciamo da parte per un attimo l’autonomia nel vestirsi, nel tenere in ordine i libri e la cameretta. Andiamo in altra direzione.
Come possiamo aiutare i nostri figli ad essere più indipendenti dal punto di vista psicologico, sociale e culturale? Teniamoli lontani dalla pubblicità e dal marketing.
L’industria della pubblicità punta sempre di più ai nostri figli in modo ben mirato, con messaggi efficaci e convincenti. Il marketing suggerisce loro cosa mangiare, che zainetto indossare, che giochi desiderare.
Induce nei bambini (e negli adulti) bisogni che non hanno motivo di esistere e sviluppa impulsi irrazionali. Penetra nella sfera emotiva del bambino, che interpreta la pubblicità in termini personali, riconoscendosi nei personaggi o nelle situazioni proposte.
Come può un bambino sviluppare un pensiero indipendente, una creatività originale, un gusto personale nel mezzo di questa tempesta di messaggi pubblicitari?
Come può scegliere uno zaino in modo intelligente se è appena stato vittima di messaggi coordinati – dalla tv al tablet – in cui bambini felici e contenti indossano lo zaino con il personaggio di turno? Dai cartelloni per strada, ai personaggi dei cartoon, ai siti web, ai gadget del supermercato: ognuno vuol parlare ai nostri figli, suggerendo loro cosa desiderare e, in un certo senso, togliendo loro un po’ di indipendenza.
Possiamo sforzarci di più: possiamo cercare noi per primi di non essere vittime del marketing aggressivo, di mostrarci ai nostri figli come consumatori responsabili e indipendenti.
Analizziamo regolarmente i nostri bisogni, distinguendo tra quelli reali e quelli indotti.
Lavoriamo in questo senso: garantiamo una vita ad-free ai nostri figli e li renderemo bambini, ragazzi e poi adulti più indipendenti, autonomi e sicuri, con idee e gusti emersi dalla loro personalità e dal loro vissuto quotidiano, anziché dall’investimento pubblicitario di una multinazionale.
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FrancescaB
Una profonda riflessione. Condivido pienamente! Grazie
Raffaella-mamma (quasi) green
Grazie a te!
Frà
Io credo che la creatività di un bambino sia qualcosa di più forte che una semplice capacità influenzabile dalla pubblicità, mi pare di limitarne un pó l’intelligenza pensando che il rimedio sia togliere loro la pubblicità e il marketing 🙂
Raffaella-mamma (quasi) green
Il potenziale dei bambini è immenso, ma deve essere nutrito del “cibo” giusto… e spesso questo non avviene…Un bambino che cresce in mezzo a simboli, colori, gusti, messaggi, stereotipi, linguaggio, atteggiamenti dettati dal marketing ne subisce comunque un’influenza.
Mamma Simona
Ciao Raffaella.
Condivido ogni parola di questo post. E’ un lavoro durissimo. Anche se tengo mio figlio più lontano possibile da TV o device, il marketing bombarda e fa vittime anche attraverso i compagni di scuola. Se il compagno del cuore ha lo zainetto o la tuta con il cartoon del momento, non è semplice spiegare perché abbiamo fatto una scelta diversa. E come hai detto tu, la soluzione forse sta solo nel “dare il buon esempio”. I bambini sono grandi imitatori, rimane solo da sperare che imitino la persona giusta!
Raffaella-mamma (quasi) green
Speriamo!!