Oggi vi parlo di un libro che io e Carlotta abbiamo amato e che citiamo spesso nei nostri discorsi.
A 9 anni infatti i momenti di ribellione cominciano a farsi strada: “tu non capisci” è una frase che ho già preventivato di sentire ancora parecchie volte per i prossimi anni! Così ogni tanto per sdrammatizzare le dico: “perché non provi alla fabbrica delle mamme?”. Ed ecco che in un attimo la tensione si scioglie!
Ma questo libro è adatto anche ai più piccoli e vi spiego subito perché.
La fabbrica delle mamme racconta del giorno in cui il piccolo Nino, al parco con la mamma, vuole a tutti i costi giocare a pallone, ma la mamma dice “no”. Non c’è tempo: c’è la cena da preparare, ci sono i compiti da finire, ci sono i Nonni a cui telefonare e altre cose di vita quotidiana da fare.
Nino si arrabbia moltissimo, così tanto da esclamare “Voglio un’altra mamma”. La mamma lo fissa per un po’ e poi decide di dargli un passaggio alla fabbrica delle mamme, così potrà sceglierne una nuova.
In quel momento inizia per Nino un viaggio nella consapevolezza: dopo essere accolto da un soldatino di stagno che gli spiega cosa fare per scegliere una nuova mamma (“a ogni tappa avrebbe potuto selezionare una caratteristiche della sua nuova mamma”), comincia a descrivere la mamma perfetta: “voglio una mamma buona, che mi lasci giocare a pallone quando mi va […] voglio una mamma brava, che sappia fare le navicelle spaziali con i mattoncini […] preparare cose buone in cucina […] voglio una mamma dolce, che legga per me tanti libri […] voglio una mamma paziente che non si arrabbi se deve ripetermi cento volte di mettere i calzini nel cesto dei panni sporchi”.
Ma proprio quando la mamma perfetta è in produzione, Nino si sente confuso e comincia a pensare di essersi confuso. Una mamma nuova e perfetta è veramente ciò che vuole?
Quando Nino capisce di volere solo la sua vera mamma (e non quella perfetta “industriale”), corre via dalla fabbrica delle mamme.
Fuori trova ad aspettarlo la mamma, naturalmente. L’approdo sicuro anche se imperfetto.
Claudia Mencaroni (autrice) e Giulia Cregut (illustratrice) riescono a esplicitare, con grande semplicità e profondità il desiderio (“un po’ conscio, un po’ inconscio”) che prima o poi, almeno una volta, ogni figlio prova: cambiare i propri genitori, farli su misura in base alle proprie esigenze.
Come spiega l’autrice: “Capire ciò che comporta davvero la vita da mamma (e da papà) necessita, da parte del bambino, di uno sforzo non indifferente: uno dei nodi fondamentali del processo di crescita”.
Per saperne di più
- La fabbrica delle mamme
- editore: VerbaVolant
Laura Dall’Acqua
Sicuramente da prendere!
Ricordo ancora quando io ho detto a mia madre di volere un’altra mamma 😢 (avevo forse 5 o 6 anni).
A ripensarci ora, mi rendo conto di quanto sia stata crudele, ma temo che presto toccherà anche a me.
Quanto sono belli e utili i libri che ci aiutano ad affrontare temi delicati ed emozioni con i nostri figli!
Raffaella-mamma (quasi) green
Sicuramente tua mamma avrà pensato che a sua volta lo aveva detto anche lei da piccola! Comunque hai ragione, a volte un libro ci aiuta, con poche parole e immagini, a sciogliere un problema o ad aprire un ragionamento. Il potere dei libri belli!
Federica
Acquistato!
Mio figlio più piccolo si rifiuta di leggerlo anche insieme a me… la cosa lo preoccupa…
Ogni tanto mi dice che sono BRUTTA ma sono più le volte che mi dice che sono BELLA e che MI VUOLE BENE.
Nei momenti di forte crisi ho invitato entrambi i miei figli (5 e 10 anni) ad uscire di casa e scegliersi dei genitori diversi (cosa che faceva mia mamma con noi 3 figlie 40 anni fa!); ma, ad oggi, non hanno ancora varcato la soglia di casa e nemmeno espresso l’idea di cambiarci…
SPERIAMO BENE!