Cosa è l’homeschooling? Come funziona? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Ce ne parla Barbara Lamhita Motolese, mamma homeschooler e autrice della Guida all’homeschooling in Italia disponibile su Genitori Channel.
Vi dico subito che conosco bene Barbara: è una mamma consapevole ed equilibrata. Smentirà ogni vostro pregiudizio sugli homeschoolers, troppo spesso catalogati come “strani” o “fissati”.
Cominciamo con qualche info di base: quanti anni di homeschooling avete fatto e in che “grado scolastico”?
Abbiamo scelto di iniziare a fare homeschooling quando la mia figlia più grande avrebbe dovuto iniziare la scuola primaria e abbiamo continuato per 5 anni cioè tutto il ciclo delle elementari. Dopo aver iniziato con lei, l’anno successivo abbiamo anche ritirato il fratellino dalla scuola dell’infanzia perché anche lui partecipasse a quella che stava diventando una bella avventura e anche lui ha poi fatto scuola a casa per i successivi 4 anni.
Perché avete scelto l’homeschooling?
Durante gli anni dell’asilo abbiamo sofferto, sia noi che i bambini, della discrepanza che esisteva tra il modo in cui noi vivevamo le giornate a casa e ciò che invece veniva proposto dalle maestre. Non ci piaceva che passassero così tanto tempo all’interno della scuola quando noi avevamo scelto di vivere in campagna proprio per godere maggiormente dell’aria aperta e del gioco libero.
Ritrovavamo nell’asilo e nella scuola la cosiddetta “pedagogia nera“: premi e punizioni usati per modellare il comportamento considerato corretto, sottili umiliazioni subite dai bambini che nessuno sembrava notare, la privazione di alcuni dei diritti che noi consideriamo fondamentali per esempio la possibilità di riposare o di andare in bagno quando ne sentono la necessità, l’ingabbiamento della creatività in lavoretti fatti più per i genitori che per i bambini, la competizione tra i bambini “bravi” e quelli che invece vengono allontanati, ecc.
Mentre riflettevamo su questi temi e valutavamo le (poche) scuole del territorio abbiamo conosciuto alcune famiglie che facevano già homeschooling e l’abbiamo subito sentito come una possibile e valida alternativa. Ci siamo quindi informati meglio partecipando ad alcune conferenze e conoscendo altre famiglie sia di persona che online e abbiamo deciso di provare questa esperienza.
Come funziona nella pratica l’homeschooling?
La nostra Costituzione è molto chiara, la responsabilità dell’istruzione dei figli appartiene ai genitori. Lo Stato interviene quando i genitori non possono provvedere direttamente.
Art 30 della Costituzione: È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
I genitori che invece vogliono occuparsi direttamente dell’istruzione dei propri figli e scegliere quindi l’istruzione parentale, devono inviare all’autorità competente (di solito il Sindaco o il Dirigente Scolastico) una dichiarazione in cui si esplicita questa volontà.
Sbrigata questa formalità burocratica il percorso può essere costruito su misura a seconda delle inclinazioni naturali del bambino e dello stile di vita della famiglia tenendo sott’occhio le indicazioni ministeriali.
Nella guida all’homeschooling che ho scritto ho dettagliato bene la procedura da seguire e ci sono anche i link ai modelli da utilizzare.
Con l’entrata in vigore della riforma della buona scuola è stato scelto l’esame di idoneità come metodo di controllo per chi sceglie l’homeschooling in Italia. Solitamente l’esame si richiede a marzo allegando il programma svolto e si sostiene a giugno nella scuola di territorio ma è possibile anche sostenerlo in un’altra scuola pubblica o parificata previo accordo
Mi puoi descrivere una vostra giornata tipo di homeschooling?
È difficile identificare la nostra giornata tipo perché tutti i nostri ritmi ruotavano intorno alle esigenze lavorative giornaliere di noi genitori e alle esigenze specifiche di quel momento dei nostri figli.
In linea di massima abbiamo sempre preferito andare a dormire presto la sera e quindi svegliarci abbastanza presto la mattina in modo da avere più tempo per dedicarci allo studio (e al lavoro) con la mente lucida della prima parte della giornata.
Nel pomeriggio e nei weekend invece c’era spazio per le esperienze pratiche, le gite e le altre attività.
I primi due anni abbiamo fatto poche attività didattiche strutturate su libri e quaderni, privilegiando l’apprendimento libero. Questo approccio ci stimolava a proporre ai bambini argomenti e modalità molto diverse tra loro, dalla lettura all’esperimento scientifico, dal documentario sulla natura all’arte, dalla musica alla scoperta dei periodi storici.
Se i bambini mostravano un interesse particolare per un dato argomento cercavamo risorse per soddisfare le loro tante domande e spesso ci siamo soffermati un mese o più su un solo tema.
Poi dal terzo anno abbiamo introdotto un momento strutturato di un’oretta circa in cui affrontavamo la grammatica e la matematica sui libri, questo era il momento meno amato dai bambini ma la pressione esterna è tanta e noi stessi siamo cresciuti a scuola quindi per essere tutti più tranquilli usavamo quell’oretta per tenerci al pari con il programma ministeriale.
Per il resto del tempo potevamo trattare “materie” completamente fuori programma come la storia dell’arte, la musica e le religioni, la storia recente oppure argomenti appartenenti al programma delle classi successive come l’antica Roma approfondita durante un viaggio a Roma o la geografia del Sud America scoperta grazie ad alcuni amici brasiliani che abbiamo ospitato.
Ovviamente non facevamo solo “scuola”, nelle giornate trovavano spazio anche attività sportive, ludiche, visite degli amici homeschooler del territorio, impegni familiari, cene con gli amici e tutto ciò che fanno le famiglie normalmente nel loro tempo libero compreso litigare per far mettere in ordine la camera, annoiarsi, litigare tra fratelli e, a volte, andare a dormire di cattivo umore per una giornata andata tutta storta!
Hai fatto una formazione ad hoc come “at home educator”?
No, non esiste un titolo specifico per i genitori che intendono fare homeschooling ma tutti i genitori che ho conosciuto in questi anni che hanno fatto questa scelta si formano di continuo con lo studio sia sugli argomenti che propongono ai bambini, sia sulla didattica e più in generale su tutto ciò che aiuta a relazionarsi meglio con i propri figli.
Io ho letto molti libri (quelli di John Holt in primis), ho seguito incontri e conferenze sia nei raduni per homeschoolers che in alcuni eventi dedicati agli insegnanti ma quello che in assoluto mi è stato più utile è stato il confronto con le altre famiglie homeschooler, in particolare quelle con figli più grandi.
Quali sono i vantaggi dell’homeschooling?
Il vantaggio più importante di cui mi sono resa conto ancor di più da quando siamo entrati nei ritmi scolastici è che il tempo quando fai homeschooling è dilatato al massimo, non dovendo seguire orari fissi, puoi davvero organizzarti al meglio alternando il tempo che si passa insieme con il tempo in cui ciascuno è impegnato nelle sue attività.
Inoltre quando in famiglia ci sono degli eventi grossi che scombussolano la quotidianità ci si può prendere il tempo di “digerire” i cambiamenti, un trasloco per esempio o un lutto di una persona cara ma anche avvenimenti felici come l’arrivo di un nipotino.
Dal punto di vista didattico abbiamo scoperto il piacere di imparare (anche noi adulti!) e ci siamo divertiti molto in tante occasioni, i bambini si sono appassionati a tante cose e hanno visto noi adulti imparare insieme a loro. Ancora una volta devo usare la parola “tempo” perché ogni apprendimento ha un tempo diverso e anche ogni bambino. Inoltre il fatto di non essere valutati o messi in competizione ha contribuito allo sviluppo della fiducia in sè stessi.
Un’altra cosa positiva del passare tanto tempo insieme è che il legame tra genitori e figli si stringe molto e forma delle basi sicure a cui appigliarsi nei momenti di difficoltà.
Quali sono gli svantaggi?
Dal punto di vista economico, a meno di non avere una rendita garantita, significa spesso rinunciare a qualche entrata e di conseguenza dover ridurre le spese della famiglia.
L’homeschooling è più un modo di vivere che un metodo didattico quindi è importante sapere che coinvolgerà praticamente tutte le scelte della famiglia, a partire da quelle lavorative.
Il tempo che si passa insieme è tanto e spesso se non stai molto attenta a prenderti anche degli spazi personali rischi di “perdere” un po’ te stessa e di arrivare ad un punto di “troppo pieno”.
Per i bambini lo svantaggio principale, che cresce con il crescere dell’età, è quello di non avere un rapporto quotidiano con altri bambini e di non poter condividere lo studio. Spesso anche loro vivono piccoli o grandi giudizi da parte degli amici, è capitato più volte che i miei figli per esempio venissero “interrogati” da altri bambini o che venissero fatti sentire diversi.
Mia figlia ha sofferto molto l’essere considerata “strana” o l’essere tagliata fuori dalle conversazioni sulla scuola che spesso facevano le amiche.
Si sono sentiti spesso soli, soprattutto quando io dovevo lavorare al computer, e gli amici erano sempre a scuola o impegnati nei compiti.
A chi è interessato, come suggeriresti di cominciare?
La prima cosa che consiglio è di prendere contatto con altre famiglie sul territorio che già stanno facendo homeschooling, leggere i blog e partecipare ai gruppi online in modo da farsi un’idea più ampia di cosa significa fare homeschooling. Alla fine della guida all’homeschooling che ho già citato ho inserito una serie di gruppi e risorse online e offline che possono essere utilizzate per iniziare.
Esiste un homeschooling Montessori?
L’homeschooling è un percorso personalizzato quindi la scelta del metodo o dell’approcio da seguire è libera, se c’è un genitore appassionato del metodo Montessori sicuramente lo proporrà ai propri figli.
Maria Montessori era una grande innovatrice in campo pedagogico e didattico e anche l’homeschooing lo è inoltre lei privilegiava le attività esperienziali e questo è un altro punto di contatto.
L’altra similitudine è che quando si fa scuola familiare i bambini sono portati a sviluppare una maggiore autonomia nello studio perché non devono aderire ad un percorso standard e i genitori diventano quasi degli accompagnatori man mano che il bambino cresce.
Mi piace molto l’idea di “worldschooling” cioè un homeschooling mentre si viaggia in giro per il mondo. Cosa ne pensi?
L’avrei fatto subito! Purtroppo mio marito non ama particolarmente viaggiare e anche il suo lavoro dipendente sarebbe stato un ostacolo. Abbiamo rimediato facendo venire il mondo a casa nostra durante l’estate grazie all’ospitalità-scambio che offrivamo e sono state tutte belle esperienze, abbiamo ospitato persone dagli Stati Uniti, dal Brasile e dall’Inghilterra. Le famiglie che conosco che vivono perlopiù viaggiando hanno un grande senso di adattabilità e i figli sono sempre molto arricchiti da questo. Ormai si può viaggiare in molti modi anche con pochi soldi, con lo scambio di casa per esempio o con il volontariato, anche i gruppi internazionali di homeschoolers organizzano scambi tra le famiglie.
Quali sono i preconcetti/pregiudizi che bisogna affrontare e come si affrontano?
Le critiche arrivano a pioggia e sostenerle, in particolare nei momenti di difficoltà, può essere molto pesante soprattutto se arrivano dalle persone che sono vicine alla famiglia come i nonni o alcuni amici di lunga data.
Si corre il rischio di avere delle aspettative esagerate sui risultati o sul fatto che i bambini in qualche modo dimostrino di essere “migliori” dei loro coetanei scolarizzati.
All’inizio anche io volevo sostenere le mie tesi e convincere le persone che stavo facendo la cosa giusta ma poi mi sono resa conto che era inutile e frustrante e ho capito che il modo migliore per affrontarle le critiche è accettarle, senza prendere nulla sul personale ma anche senza mettere continuamente in dubbio le proprie scelte. Ho avuto poi negli anni anche la soddisfazione di ricevere apprezzamenti e di riuscire a fare dei confronti costruttivi con molti amici sul tema dell’istruzione.
Se tornassi indietro, faresti tutto allo stesso modo?
Non sono una persona particolarmente incline a pensare al passato, tutte le esperienze che abbiamo fatto ci hanno in qualche modo aiutato a essere le persone che siamo oggi. Se penso agli anni di homeschooling non li penso come ad un periodo di perfezione, abbiamo forse fatto tanti errori ma ci abbiamo messo tutto il nostro impegno e questo penso sia passato ai bambini.
So che ho dato ai miei figli opportunità che molti loro coetanei non hanno avuto e che abbiamo passato tanto tempo insieme nel periodo in cui anche loro avevano bisogno di stare con noi.
Allo stesso modo sono oggi contenta che siano rientrati a scuola e che possano sperimentare ciò che c’è lì, sanno che possono contare sul nostro ascolto e, sì, certe volte mi devo mordere la lingua per non dire ciò che penso di alcuni insegnanti ma credo che questo succeda a tutti!
Ora che i tuoi figli sono entrati nella scuola “tradizionale”, che tipo di impatto hanno avuto?
L’anno scorso abbiamo deciso di cambiare esperienza e iniziare il percorso scolastico e abbiamo quindi cercato, nell’ambito delle scuole del territorio la soluzione che ci sembrava migliore per i nostri figli.
Abbiamo avuto due esperienze completamente diverse.
La nostra figlia più grande aveva manifestato la curiosità di inserirsi in un contesto scolastico tradizionale, aveva le idee molto chiare su quale scuola scegliere e sugli obiettivi che voleva raggiungere. L’impegno in termini di ore scolastiche, ritmi quotidiani e studio a casa della scuola che ha scelto è veramente alto e lei ha voluto iscriversi anche alle lezioni aggiuntive di pianoforte, un’opzione che offre la scuola, e che la impegna due pomeriggi in più oltre i due dell’orario normale. Inoltre ha mantenuto le attività che seguiva prima, 6 ore di allenamento sportivo e lo scoutismo nel weekend.
La cosa più difficile per lei quindi è stata passare da un ritmo di vita molto lento ad una quotidianità in cui il suo tempo libero si è praticamente azzerato e questo all’inizio le ha creato molto stress.
Dopo i primi mesi abbiamo notato che la sua tensione diminuiva e che aveva imparato a organizzarsi meglio. Nel complesso lei è soddisfatta dell’esperienza che sta vivendo e ha stretto molte amicizie, i risultati scolastici sono ottimi e le insegnanti la apprezzano.
Per il fratello invece abbiamo scelto una scuola pubblica “senza zaino”, una metodologia didattica che pone l’accento sull’esperienza di apprendimento e che non utilizza la lezione frontale come principale metodo di insegnamento.
Anche per lui c’è stato l’impatto con ritmi e orari nuovi, all’inizio per lui era faticoso stare fuori casa tutto il giorno e applicarsi ad alcune attività didattiche come la scrittura per un tempo più lungo di quello a cui era abituato. Apprezza però di poter condividere la giornata con altri bambini anche se, a detta sua, avrebbe preferito comunque continuare l’homeschooling.
In questa scuola abbiamo trovato una grande volontà di inclusione delle differenze e un sistema didattico simile a quello che avevamo noi, è un ambiente molto piacevole sia per i bambini che per gli adulti e in breve tempo anche lui si è adattato alla nuova situazione.
Grazie Barbara per aver condiviso con noi questa importante esperienza!
Per saperne di più vi suggerisco di leggere la guida all’homeschooling in Italia scritta da Barbara Lamhita Motolese su Genitori Channel.
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