In collaborazione con Istat
Lascio tutto e vado a vivere in un borgo. Quante volte lo abbiamo pensato, sognato, progettato? Ci siamo immaginati immersi nel verde, senza traffico, senza stress, senza smog. Abbiamo già arredato mentalmente la casa in stile minimal country, immaginando il nostro meleto e le lunghe passeggiate intorno al laghetto.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una scelta di questo tipo? Ne ho parlato con chi lo ha fatto davvero, lasciando la grande città e una carriera europea. Vi dico già come è andata a finire: durante il lockdown di marzo 2020 era felice nella natura e non ha sentito il peso delle restrizioni.
Ma andiamo per ordine.
Vivere in un borgo: i dati Istat sulla popolazione
Affrontiamo questo tema oggi perché l’Istat ha appena presentato i dati relativi alla popolazione residente nei Borghi più belli d’Italia.
Come certamente sapete, dal 2018 l’Istat ha avviato il nuovo Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che sostituisce il censimento decennale (ne avevamo parlato qui).
La diffusione dei dati del Censimento permanente della popolazione quest’anno ha rappresentato l’occasione per effettuare un approfondimento tematico sui comuni che hanno ottenuto, a partire dal 2001, il riconoscimento di Borgo più bello d’Italia. Si tratta di un progetto ANCI per salvaguardare, conservare e rivitalizzare piccoli comuni, o anche singole frazioni, che per le loro tendenze demografiche passate rischierebbero un completo abbandono.
Questi i dati più interessanti (fonte Istat):
- nel 2019, sono 307 i Borghi più belli d’Italia: hanno una popolazione complessiva pari a poco più di 1,3 milioni di abitanti, due terzi dei quali vivono in Borghi fino a 10mila abitanti
- tra questi comuni, 104 hanno tra mille e 3mila abitanti, ma la quota più significativa di popolazione si osserva nei 66 comuni tra 5mila e 10mila abitanti dove vivono più di 470mila persone (vale a dire più di un terzo della popolazione dei comuni in esame).
- il trend demografico dei Borghi con meno di 10mila abitanti si caratterizza per una perdita di popolazione sistematica (-289mila persone dal 1951); invece, per i comuni con più di 10mila abitanti si registra un piccolo incremento di poco superiore ai 100mila abitanti
- complessivamente, i 307 comuni perdono popolazione per un ammontare di circa 185mila unità nel periodo in esame. Tuttavia, dal 2001 al 2019 si registra un recupero demografico grazie alla componente straniera: gli italiani perdono infatti 50mila unità mentre i cittadini stranieri crescono di 63mila.
Nel complesso, questi dati ci forniscono i primi spunti per cominciare a conoscere la vita nei borghi ma vi invito a leggere anche questa infografica per approfondire.
Vivere in un borgo: la storia di Beatrice Galgano
Beatrice Galgano è un’imprenditrice agricola che vive in uno dei borghi più belli della Toscana. Coltiva lavanda biologica che trasforma in un eccellente olio essenziale, vende prodotti di altissima qualità a base di lavanda, gestisce un agriturismo che affaccia sul suo campo di lavanda.
Attivissima sui social è riuscita a combinare la faticosa vita nei campi con l’approccio digital. Recentemente ha anche cominciato ad aiutare altre aspiranti imprenditrici a realizzare il loro sogno, grazie ai suoi corsi di coltivazione di lavanda biologica.
Cresciuta a Milano, prima di trasferirsi in Maremma ha girato un po’ l’Europa, ha lavorato nel campo del management consulting a Madrid e poi a Londra, ha studiato 3 anni a Parigi dove ha preso una specializzazione in Egittologia all’Ecole Pratique des Hautes Etudes. Ha partecipato a più campagne di scavo della Tomba di Harwa a Luxor in Egitto.
Con la nascita della sua prima figlia ho deciso di fermarsi e di trasferirsi definitivamente in Maremma, di vivere in campagna e di aprire un’azienda agricola biologica e un agriturismo: Podere Argo.
Come vi dicevo sopra, durante il lockdown di marzo 2020, quando sul canale Instagram di BabyGreen ho chiesto “dove vorresti essere in questo momento? “, Beatrice è stata l’unica tra centinaia a rispondere semplicemente: “qui dove sono adesso”.
Vivere in un borgo: vantaggi e svantaggi
Ho deciso quindi di parlare con Beatrice per chiedere la sua opinione: Podere Argo, dove vive con le sue due figlie, si trova nel territorio di Sorano (GR), la cui frazione Sovana è dei Borghi più belli d’Italia.
Beatrice non ha avuto dubbi sui vantaggi di vivere in un borgo:
- la vita in un piccolo paese è più semplice. Tutto è piccolo e accessibile, non esiste il problema del traffico e non c’è lo stress di trovare parcheggio con l’auto.
- La struttura sociale permette una vita di comunità vivace: tutti si conoscono e non sei uno sconosciuto come in città.
- La qualità della vita è nel complesso più alta, fatta di natura e bellezza, soprattutto per chi vive in un borgo caratterizzato da una forte attrattività storico-culturale.
- A questo proposito, Beatrice Galgano mette in evidenza quello che per lei è forse il principale vantaggio: quello di vivere sempre la bellezza, di sentirsi un turista alla scoperta di scenari emozionanti, con un contatto costante e diretto con la natura.
Gli svantaggi secondo Beatrice sono principalmente di ordine pratico:
- non è sempre tutto disponibile, in particolare per bambini: nei negozi locali l’offerta di prodotti è limitata e i prezzi non sono competitivi, spesso per fare la spesa alimentare o di altro genere (abbigliamento, occorrente scolastico) occorre spostarsi in un altro comune.
- l’offerta scolastica è limitata e spesso i ragazzi della scuola superiore devono spostarsi quotidianamente, facendo la vita pendolare già da giovanissimi
- la vita dei giovani è caratterizzata da una parte da meno opportunità, ma al contempo da più libertà rispetto ai coetanei di città
- le visite mediche specialistiche non sono disponibili e spesso sono molto lontane
- l’offerta culturale di musei, mostre, teatri è minima, anche se compensata dalla bellezza del borgo come “museo all’aria aperta”.
Nel complesso, secondo Beatrice Galgano, vivere in un piccolo paese ha molti vantaggi, ma non è per tutti, soprattutto se si fa un mestiere a stretto legame con la natura: la vita in campagna è faticosa, devi accettare dei compromessi, devi essere pronto al lavoro fisico.
In estrema sintesi: chi sogna la casa riscaldata a legna, deve ricordare che la legna va caricata e portata in casa diverse volte al giorno! Ma se si ama la natura e la bellezza, lo si accetta con gioia.
Altri dati per approfondire
I risultati del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni vengono diffusi dall’Istat, a partire dal 15 dicembre 2020, su tre piattaforme caratterizzate da diverse funzionalità e contenuti:
- Data Warehouse tematico dei Censimenti permanenti. Sono disponibili i dati per gli anni 2018 e 2019; le tabelle sono personalizzabili ed esportabili in formato .xls e .csv.
- Data Browser. Sono disponibili i dati in formato tabellare, sotto forma di grafici e di mappe. I dati, riferiti agli anni 2018, 2019 e alla serie storica 1951-2011 (riportata ai confini territoriali del 2019) sono navigabili e visualizzabili per territorio e per tema, e sono esportabili in formato .csv.
- Mappe GIS. Sono disponibili elaborazioni cartografiche interattive per la popolazione residente in serie storica 1951-2019.
in apertura: stock Photo by Tombor Szabina/Shutterstock
Francesca
Ciao! Pienamente d’accordo con Beatrice, anche io mi sono trasferita dalla provincia di Monza, in un paese del Chianti senese, e mi ritrovo perfettamente nell’elenco dei suoi vantaggi e svantaggi.
Non è una cosa da tutti, bisogna essere pronti a ricevere sicuramente tanta bellezza, ma anche a fare dei sacrifici, che poi con gli anni saranno sempre meno pesanti, perché ci si abitua ad uno stile di vita, che ti entra dentro e ti scorre nelle vene.
Raffaella-mamma (quasi) green
Ciao Francesca,
grazie molte per la tua testimonianza!
A presto
Raffaella
Nicoletta Olivieri
Salve,mi chiamo Nicoletta e sono una musicista che per questioni professionali vive all’estero. Ho pero’ un sogno nel cassetto : ritornare in Italia e vivere in un borgo bello. Non essendo piu’ giovane perche’ ho 63 anni devo pero’ pensare anche all’esigenza di avere un ospedale non troppo lontano. Inoltre vorrei continuare a fare musica, ad insegnarla per esempio. Cosa mi consigliate di fare? Dove potrei andare secondo voi?
Grazie
Raffaella-mamma (quasi) green
Buongiorno Nicoletta!
Che scelta e che domanda difficile!
Io ti suggerisco di cominciare a scegliere la regione, in base alle tue preferenze di clima, cultura, atmosfera. Sicuramente Toscana e Veneto sono due regioni con bellissimi borghi geograficamente accessibili e abbastanza popolati per sviluppare un’attività professionale come insegnante e per avere i servizi sanitari di base.
A presto!
Raffaella